“Oltrepensare” con Iosonopipo: l’intervista a Giuseppe Palmisano

Giuseppe Palmisano in arte Iosonopipo, venticinquenne – giovanissimo – ma il suo talento è ormai diventato virale, nato dai social e più precisamente attraverso Facebook. Ma chi è Iosonopipo? Un fotografo, ma prima ancora un attore. Giuseppe è un artista dell’improvvisazione.
E’ uscito da non molto il suo primo libro di fotografie: “Oltrepensare”, dove i suoi soggetti (perlopiù donne) si fondono con parte delle decorazioni e oggetti del set, i corpi interagiscono con l’ambiente e l’ambiente si fonda con il corpo.
Questo progetto è nato su facebook su richiesta dei tuoi fan, raccontami.
È nato da una domanda principalmente: a un certo punto alcune persone a me vicine mi dicevano: “perché non fai un libro?” e io ho detto “se siete in più di 10 [a chiederlo] io ve lo faccio. Poi ci ho messo in realtà un anno a realizzarlo interamente. Mi sono mosso subito, ho subito trovato un editore interessato, ci siamo subito visti e poi per averlo proprio tra le mani è passato un anno.
Ho letto in un’intervista che hai dovuto vendere la tua macchina fotografica…
Oddio sì, però non ne parliamo.
La passione per la scrittura e per la fotografia quando è nata?
La passione…non saprei nemmeno se chiamarla passione perché è stato molto pratico. Faccio tutto sempre molto pragmaticamente: ho comprato la macchina fotografica e ho iniziato a fare foto, scoprendo che mi piaceva farle. Fino ad allora non avevo mai incrociato la fotografia nella mia vita. La scrittura è nata poi parallelamente, nel senso che dovevo poi mettere le didascalie e ho detto “vabbè, scrivo delle robe”. Subito dopo ho capito che mi piaceva anche scrivere in un determinato modo. Secondo me la chiave è capire come lo vuoi fare. Sono stato molto fortunato a capire subito come volevo fare le foto e come volevo scrivere, così sono diventate parallelamente due cose che possono vivere separatamente di vita propria.
Vuoi raccontarmi un po’ del tuo libro? Dove hai trovato le idee.
Le idee non esistono. Ispirazione e idee sono due parole che nel mio processo creativo non esiste, perché si basa quasi tutto sull’improvvisazione, venendo dal teatro per me è fondamentale. Anche la scelta della modella è improvvisata. Viene una ragazza e dice “io sarei disponibile a fare le foto” ok domani vediamoci, hai una casa bella? Fammela vedere, fai una foto. Guarda ho visto le tue foto secondo me casa mia è perfetta. Ok domani andiamo a casa tua a far le foto e si fa. È molto così, anche perché io non ci spendo la mia vita su questo, faccio altro in questo momento. Ho un’agenzia di concerti. È una roba abbastanza bipolare perché non è lo stesso campo ma la stessa sfera di personaggi. Tutti mi dicono “ah che figata anch’io nella vita vorrei fare foto e organizzare concerti”. È bello e particolare al tempo stesso. E anche molto impegnativo, non hai una vita sociale, viene assorbita dal lavoro e dalla passione se così vogliamo chiamarla. La fotografia. Che non è una passione. È la vita stessa.
Le frasi invece come nascono? Le scrivi subito, tempo dopo.
Prima nascevano prima…no sto scherzando. Prima nascevano dopo guardando la foto, un particolare, oppure così anche d’istinto. Mettevo giù la prima cosa che mi veniva in mente poi sviluppavo la frase. Poi sono venute separatamente. Magari le ho associate a posteriori alla foto, ma quasi mai parto da una didascalia per arrivare a una foto, questo non è mai successo.
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