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Salute e benessere
Home›Salute e benessere›Orecchie a “sventola”: come, quando e perché correggerle

Orecchie a “sventola”: come, quando e perché correggerle

By Franco Vercesi
10 Novembre 2015
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Ogni chirurgo plastico nella sua carriera deve fronteggiare il difficile problema della chirurgia estetica nei giovanissimi, una questione sempre più attuale viste le pressioni sociali per un aspetto sempre più bello ed il fatto che per i nostri ragazzi fare un intervento per estetica è una cosa decisamente più ”normale” rispetto alla nostra educazione.

In generale il mio approccio è di estrema prudenza ma c’è un intervento che ha una valenza psicologica speciale per i giovanissimi: l’otoplastica ovvero la correzione delle orecchie a sventola.

Le orecchie a ventola (questa è la definizione italiana corretta), chiamate orecchie da pipistrello nel mondo anglo-sassone, costituiscono una deformità del padiglione auricolare relativamente frequente.

Vediamo di che cosa si tratta.

I padiglioni auricolari, il cui scopo è quello di convogliare il suono verso il timpano, presentano una forma complessa e nell’insieme non particolarmente gradevole rispetto ad altre parti del nostro corpo e come avevamo detto per il naso anche in questo caso le orecchie belle sono quelle che in sostanza non si vedono. La parte ad imbuto più vicina all’osso, chiamata conca, è quella che maggiormente crea l’effetto di distacco del padiglione, infatti se posteriormente alla cartilagine della conca è presente un residuo di muscolo auricolare posteriore, quello che negli animali e in certe persone permette il movimento delle orecchie, allora la conca non riesce ad aderire all’osso del cranio e rimane quindi staccata ed in fuori creando la prima deformità delle orecchie a ventola.

Un’altra parte importante è quella della cartilagine dell’elice ed antelice ovvero la parte tutta piena di creste e incurvature che caratterizza la porzione restante dell’orecchio. Infatti se questa porzione si presenta appiattita immediatamente il bordo dell’orecchio invece di curvare verso il cranio si dirige in fuori aumentando quindi lo scollamento del padiglione auricolare dal cranio stesso.

Questi i difetti anatomici ma perché correggerli? Da un punto di vista funzionale le orecchie a ventola non danno nessun problema. Esteticamente invece, nella mia esperienza, costituiscono un grosso problema per molti ragazzi e ragazze che talvolta vengono presi in giro dai loro compagni per quello che viene considerato un difetto. Non è giusto, ma capita. Fortunatamente si cresce e si capisce che è meglio avere un piccolo difetto fisico che un grosso difetto culturale ed educativo, ma torniamo a noi.

Da un punto di vista estetico e tecnico devo dire che avere orecchie molto visibili, spesso anche molto diverse e asimmetriche l’una dall’altra, non costituisce un elemento di armonia sul viso di nessuno e i giovani ma anche gli adulti finché calvizie permette, cercano in ogni modo di camuffare con i capelli il difetto. A prescindere dal limite delle pettinature possibili questo fatto costituisce di per sé un segno di disagio. Mi è capitato più di una volta di vedermi arrivare in studio giovani con capelli lunghi e cappellini vari tornare da me con un taglio corto, un atteggiamento sicuro e gioioso dopo l’intervento. Riportando le orecchie nella posizione più idonea infatti le rendiamo invisibili e valorizziamo i restanti lineamenti del viso. L’otoplastica è sicuramente l’intervento che ha maggiormente effetti positivi sull’umore e la sicurezza dei giovanissimi perché, non siamo ipocriti, se si sentono più belli sono maggiormente a loro agio e positività richiama positività.

L’intervento non è particolarmente complesso e richiede la correzione di tutte le deformità presenti caso per caso, bisogna rimuovere l’inutile muscolo auricolare posteriore per poter letteralmente riattaccare la conca cartilaginea all’osso del cranio. In seguito sempre dalla stessa incisione posta dietro all’orecchio si rimodella la cartilagine dell’antelice facendo gentilmente piegare il bordo dell’orecchio all’indietro. Non è un intervento doloroso e può essere eseguito tranquillamente in anestesia locale, soprattutto se l’asportazione del muscolo avviene con il laser in modo mini-invasivo. Quando farlo? Dipende dal grado di disturbo psicologico creato dalla deformità. Se il bambino ne soffre molto l’intervento può essere precoce, ma ricordate una cosa: non devono mai essere i genitori ad insistere se il bambino non se ne preoccupa minimamente; quando avrà l’età giusta sarà libero di decidere in prima persona del proprio corpo. Da adulti la correzione è sicuramente più semplice, con un decorso postoperatorio più rapido e con un semplice intervento ambulatoriale. Dopo l’intervento l’unico uomo pipistrello sarà Batman.

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