Pensioni, è giunto il momento di penalizzare i vedovi

L’ultima novità del nostro governo è l’intenzione di rivedere le pensioni, ritoccando qua e là e facendo passare l’ennesimo sopruso come un’ottimizzazione a favore dei nuovi poveri che non toglierà a nessuno se non a coloro che, per esempio, ricevono pensioni duplicate.
Peccato che l’allegra compagnia capeggiata dal premier Renzi non si prenda la briga di leggere le notizie di base, almeno dal sito di Ansa.it, che proprio l’altro giorno pubblicava uno studio secondo il quale la vita dei single – 7,7 milioni di persone – costa il 64% in più. Se la parola “single” non vi fa scattare immediatamente il campanello d’allarme, forse è il caso di andare un po’ più nel dettaglio: 4 milioni di questi single sono vedovi o vedove, la maggior parte dei quali over 65. L’immagine di pensionato privilegiato che intendono farci passare quando parlano di pensioni duplicate e amenità simili è quindi falsata; la reversibilità delle pensioni dei coniugi che sono venuti a mancare, in realtà, serve a queste persone per poter affrontare le spese quotidiane che altrimenti diventerebbero troppo onerose. Gli affitti, per esempio, non variano a seconda degli occupanti dell’abitazione. Lo stesso studio ci informa del fatto che il costo dell’abitazione influisce del 98% in più in caso di persone sole, o monoreddito (lavoratori o pensionati); il costo di luce e gas segue più o meno lo stesso trend e via di questo passo. Come ultima informazione, anche se non è di certo la meno importante, ci rendono noto il fatto che il 7,4% delle persone sole sopra i 65 anni si trova in una situazione di povertà (non parlano di disagio, parlano esattamente di povertà) con una percentuale che sale quasi al 20% nel Mezzogiorno. La fonte, per la cronaca, è l’Istat, non il bar dello sport di Roccacannuccia.
Alla luce di questi dati chiunque proverebbe vergogna anche solo a pensare di mortificare ulteriormente le persone che usufruiscono di una pensione di reversibilità. Chiunque tranne il nostro governo, naturalmente. Che si è diviso tra un centro sinistra che come al solito dà una versione aliena del panorama pensionistico italiano e un centro destra che di tutta risposta attacca l’idea di “regalare” pensioni di reversibilità alle nuove famiglie, come se gli omosessuali non pagassero le tasse esattamente come gli eterosessuali. Mi sfugge il motivo per cui nessuno si preoccupa delle spese folli che il carrozzone dell’INPS affronta da decenni, dell’esubero di personale, dell’assenteismo, delle sedi abbandonate, degli immobili mal gestiti, della necessità impellente di tagliare costi inutili invece che penalizzare ulteriormente chi ha lavorato una vita pensando di meritare almeno una vecchiaia serena.
O sono diventata improvvisamente populista?
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