Per essere perfetti basta essere imperfetti

Vi sembrerà strano ma dopo anni che dispenso consigli come se non ci fosse un domani, questa volta non ho nulla da eccepire. Anzi, questo articolo lo scrivo per ringraziarvi. Perché a furia di osservarvi e di trovarvi così strani ho scoperto una cosa: voi bipedi mi piacete un sacco.
Mi piace quasi tutto di voi, ma sopratutto adoro il fatto che siate così imperfetti.
A casa nostra gira un sacco di gente, gli amici della mamma, e io non faccio altro che osservare tutti. Oggi, mentre sonnecchiavo, mi sono resa conto di una cosa: non ce n’è uno che sia noioso. Ognuno di loro ha una caratteristica: c’è chi sbaglia sempre a lanciare la palla e mi fa divertire più degli altri; c’è chi non è bravissimo a tavola e io raccolgo sempre dei pezzetti di cibo che cadono e che sono buonissimi; c’è chi non si pulisce bene le scarpe quando rientra dalla terrazza, così la mamma non sgrida me perché lascio traccia delle zampine ovunque. Insomma, credo che le caratteristiche di ognuno di loro a me regalino qualcosa. Io e la mamma siamo andate a casa di un’amica qualche tempo fa, e la cosa che mi è rimasta impressa di quel posto è che non sapevo dove mettermi. Mi sono accucciata ai suoi piedi e ho aspettato che finissero di chiacchierare per tornare a casa nostra, perché lì non c’era niente da fare. Una casa perfetta, luminosa, in ordine, pulita, senza odori, giochi, briciole, tappeti. Un incubo. Nulla con cui giocare, nessuna novità da scoprire. L’amica della mamma era come la sua casa, perfetta e noiosa. Molto educata, precisa, pacata. Mi sono chiesta per più di un’ora cosa ci trovasse in lei, le persone così precise non sanno di niente. Come andare nella ciotola e trovare croccantini inodori, tutti uguali, disposti in fila per tre con l’avanzo di due. Magari da mangiare uno ad uno ad intervalli precisi di 38 secondi l’uno dall’altro. Ma che vita è?
Quando siamo uscite da quel posto ho ricominciato a respirare a pieni polmoni: la mamma ha cercato le chiavi della macchina per 10 minuti e quando le ha trovate ha iniziato a cercare la macchina; salite in auto ha cercato l’auricolare in borsa e ha scoperto che era in tasca e poi il telefono in tasca ed era in borsa. Arrivate davanti al palazzo dove abitiamo siamo passate a trovare Lorenza, la tintora con cui abbiamo fatto amicizia, che stava cercando gli occhiali in giro per il negozio e nel frattempo ci raccontava di aver conosciuto un signore su facebook che le aveva dato una ricetta buonissima per la parmigiana che lei faceva diversamente da 30 anni; poi abbiamo incontrato il custode che ci ha aperto il portone e ci ha dato una mano con i sacchetti, ma per far passare prima la mamma è inciampato su di me. Entrando nell’atrio ho visto la mamma sorridere perché sulle piastrelle ci sono un sacco di macchiette rosse che i brontoloni dicono essere macchie disordinate mentre la mamma ci vede sempre dei cuori e le piacciono un sacco. Insomma, se guardiamo attentamente la nostra giornata non c’è mai niente di perfetto, niente di ordinato e niente di preciso. Eppure noi siamo felici.
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