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Home›Sport›Basket›Poca difesa e zero leadership: Milano soccombe ai Playoff

Poca difesa e zero leadership: Milano soccombe ai Playoff

By Redazione
18 Maggio 2019
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I playoff 2019 di Serie A si aprono subito con la caduta della vincitrice di regular season a opera di chi è entrato per il rotto della cuffia nella post season. Le ragioni di questo risultato a sorpresa, comunque, sono evidentissime: da un lato, Avellino ha sfrtutato in pieno la vena del proprio leader Sykes, autore di 21 punti (ma con un 7/22 dal campo non esattamente splendido), e soprattutto di 10 assist che hanno messo in ritmo i compagni nel momento del bisogno. Attorno a lui, gli uomini di Maffezzoli hanno giocato con idee chiare e gerarchie ben definite e rispettate da tutti, mettendoci il giusto contributo in termini di solidità e lavoro sporco, vincendo la sfida a rimbalzo di ben 10 unità e difendendo alla morte per 40’, anche a costo di commettere qualche fallo di troppo. Dall’altro lato, Milano ha avuto un contributo insufficiente da troppi giocatori, e non basta guardare il tabellino e vedere i numeri in attacco, perché il peggio è stato dato in difesa, con l’incapacità non tanto di fermare Sykes, ma soprattutto nell’aiutare sulle penetrazioni e sul coprire il perimetro in modo quantomeno decente.

I biancorossi, inoltre, hanno mostrato un’altra gravissima lacuna, ovvero la mancanza totale di leadership nei momenti di difficoltà. Micov, Nunnally e Jerells, in quest’ordine di efficacia, ci hanno provato, ma non hanno mai davvero saputo scuotere un gruppo di giocatori che, oggi più che mai, appare svuotato di energia e fiducia nei propri mezzi. Abbiamo detto che è dall’uscita dall’EuroLega che Milano gioca le partite a corrente alternata, ma oggi non si può nemmeno dire questo, oggi Milano, dopo il buon primo quarto, è stata inferiore e Avellino superiore, punto e basta.

Ora, gli scenari possibili dipendono da quanto Pianigiani riuscirà a trovare dentro il proprio gruppo i giusti stimoli dal punto di vista psicologico e da quanto Avellino pagherà in termini di stanchezza lo sforzo che ha portato a questa vittoria (se, ad esempio, Sykes non giocherà 35’ a questi livelli per tutte le altre partite, le cose potrebbero andare diversamente).

Foto a cura di Claudio Degaspari

Quintetto Milano: Micov, Tarczewski, Cinciarini, Nunnally, Brooks
Quintetto Avellino: Udanoh, Young, Campogrande, Harper, Sykes

Come previsto, Milano debutta in questi playoff senza James e Nedovic, ma anche Avellino non scherza in quanto ad assenze, visto che le mancano Nichols e Green. Il pubblico affolla le tribune del Forum, come si conviene per una gara di post season, e Pianigiani decide di far partire Cinciarini come play titolare. Milano, però, parte con le mani fredde, pur costruendosi buoni tiri con un gioco perimetrale, mentre avellino, che punta di più a servire i lunghi, risulta più efficace. Anche i padroni di casa, così, decidono di provare a innescare Tarczewski, e, in generale, di attaccare il ferro o tirare da fuori senza far circolare troppo la palla sul perimetro, e la scelta si rivela redditizia. La partita è equilibrata e si segna poco non perché ci sia una cattiva costruzione del gioco, ma proprio per errori di esecuzione; a metà del quarto il punteggio è di 8-10, con Micov e Harper sugli scudi grazie a due triple a testa. Avellino commette l’errore di esaurire il bonus quando mancano ben 4’25” al termine della frazione, e un altro problema per gli ospiti è che prendono diversi rimbalzi offensivi ma non concretizzano gli extra possessi. Così, Milano, con una costruzione del gioco equilibrata e senza fronzoli, piazza un 8-0 di parziale, e anche dopo il time out obbligato di Maffezzoli, Avellino continua a essere fuori fuoco e intimidita, mentre Milano viaggia spavalda. Pianigiani utilizza Burns e non Omic come primo cambio di Tarczewski, e potrebbe essere il segnale dell’istituzione di una nuova gerarchia, e il quarto si chiude sul 20-13.

Avellino si appoggia sul proprio leader Sykes, il quale, con Filloy, piazza uno 0-5 in apertura di secondo quarto per rendere la partita nuovamente equilibrata. La panchina milanese fatica a entrare in partita, soprattutto in difesa, e il duo di cui sopra continua a fare il bello e il cattivo tempo. Stranamente, Pianigiani non chiama time out nemmeno quando il parziale del quarto è di 2-8, e Nunnally, visto il nulla che si ritrova attorno, prova a prendere per mano la squadra, con risultati alterni ma bastevoli per non far scappare gli avversari. Della Valle e Kuzminskas provano a scuotersi con un gran contropiede nato da una rubata dell’italiano, ma non c’è continuità e c’è pochissima presenza sotto ai tabelloni, così gli ospiti si trovano sul 27-33 a 3’ dall’intervallo lungo. Jerrells, Della Valle e Kuzminskas sono altrettanti telepass nella metacampo milanese (su Omic, ormai, è anche inutile infierire), e anche in attacco, la mira è storta. Probabilmente, Pianigiani ha l’idea di far riposare comunque alcuni titolari e sperare che gli avversari non ottengano un eccesivo vantaggio, altrimenti la permanenza in campo di certi giocatori non si spiega. Il problema è che Avellino prende fiducia, ricomincia a banchettare sotto canestro, mantiene i 6 punti di vantaggio e va all’intervallo lungo sul 33-39, ovvero dopo aver segnato 26 punti nel secondo quarto.

Foto a cura di Claudio Degaspari

I padroni di casa riprovano lo stesso approccio della seconda metà del primo quarto, quella finora migliore: pochi fronzoli, molta energia, tiri presi rapidamente ma con criterio. I punti messi sul tabellone, però sono solo 3 in 2’, così Avellino può allungare fino alla doppia cifra di vantaggio (36-46). L’unico che segna per Milano è Tarczewski, ma dall’altra parte Sykes continua a imperversare, mettendo a segno addirittura un gioco da 4 punti. Cinciarini, che aveva difeso decentemente nel primo quarto, commette il suo terzo fallo sempre nel vano tentativo di inseguire il folletto avellinese, ma l’attacco ospite si blocca sul più bello e dall’altra parte Micov e Brooks provano a reagire. Dal 38-50, Milano piazza un parziale di 9-0, quasi tutto merito del Professore e di un Jerrells che per un attimo smette i pani del manichino e indossa quelli del giocatore. Sykes, comunque, non ne vuole sapere di mollare il vantaggio, e sulla sua spinta, il divario a favore degli ospiti torna a essere significativo (47-55 a meno di 3’ dal termine del quarto). I padroni di casa sembrano pagare lo sforzo fatto per ottenere il parziale di cui sopra e ricominciano a far fatica sia a difendere, che a metterci intensità, e il problema è che questo accade con chi finora aveva tenuto in piedi la baracca, quindi c’è da immaginarsi cosa succederà quando entreranno quelli che hanno fatto i disastri nel secondo quarto. Micov chiude il quarto con una tripla per il 52-59, ma Milano deve sperare di avere qualcosa da chi finora non ha dato nulla e/o che Avellino inizi a stancarsi, soprattutto con Sykes che è stato in campo praticamente sempre (27 minuti e mezzo su 30 complessivi di gioco).

La stella biancoverde, infatti, inizia l’ultimo quarto in panca, e Jerrells piazza subito un 4-0. Senza il proprio leader, l’attacco della Sidigas è a dir poco stagnante, e chi potrebbe sostituirlo, ovvero Filloy, commette il quarto fallo. Campogrande piazza una tripla estemporanea, poi Sykes deve rientrare dopo essersi riposato meno di 2’ e mezzo. Il play sforna subito un ottimo assist per la tripla di Silins, e l’impressione è che non ci sia davvero nessuno nel roster milanese che possa contenerlo. Silins segna ancora da dietro l’arco e Milano è con le spalle al muro sul 60-68 a meno di 6’ e mezzo dalla conclusione. Nunnally riprova a fare qualcosa di importante per i suoi, e il successivo parziale di 6-0 è principalmente merito suo. Avellino fa fatica a segnare in questa fase, ma Udanoh piazza un 2+1 cruciale dal punto di vista anche piscologico. Gli ospiti possono difendere 7 punti di vantaggio (66-73) in 3’, e l’attacco di casa si affida a Micov, che però sbaglia due canestri importanti. Il tempo passa, il divario rimane uguale e nessuno nel roster milanese sempre davvero in grado di far uscire i suoi dalle sabbie mobili. Cimciarini si prende una tripla importantissima a meno di 2’ dalla fine, e non dev’essere lui a farlo, e nel momento in cui invece lo fa, qualcosa non va. Un altro 2+1 di Udanoh su schiacciata direttamente da rimbalzo offensivo mette la parola fine alla contesa. Avellino vince meritatamente per 74-82

AX ARMANI EXCHANGE MILANO – SIDIGAS AVELLINO 74-82

TABELLINO MILANO: Della Valle, Micov 23, De capitani ne, Fontecchio, Tarczewski 10, Kuzminskas 8, Cinciarini, Nunnally 11, Burns 2, Brooks 6, Jerrells 12, Omic 2

TABELLINO AVELLINO: Udanoh 18, Young, Guariglia ne, Filloy 11, Campani ne, Silins 9, Campogrande 6, Harper 11, D’ercole, Sykes 21, Spizzichini ne, Ndiaye 6

PARZIALI: 20-13, 13-26, 19-20, 22-23

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