Polvere – la vita che vorrei, al Teatro Out Off

I giorni 6, 7 e 8 giugno alle ore 20.45, al Teatro Out Off, LiberamenteUnico in collaborazione con Outsider Onlus e con Teatro Out Off presenta POLVERE – La vita che vorrei. Ideazione, direzione e creazione Barbara Altissimo e LiberamenteUnico con gli ospiti della “Piccola Casa della Divina Provvidenza” del Cottolengo di Torino accompagnati dall’attrice e danzatrice Ivana Messina.
Un luogo non definito, un giardino, una sala, un dormitorio, uno spazio giochi. Una quotidianità, come tante altre. Un tempo … d’attesa, sospesa dilatato. Umanità variegata che lancia evocazione, ricordi, squarci … presente vissuto offrono visioni e magia creativa. Unico residuo di verità. Un quadro di silenzio e di remota poesia…
Lo spettacolo POLVERE la vita che vorrei, è realizzato con gli attori del Cottolengo di Torino, produzione LiberamenteUnico in collaborazione con l’ Associazione Outsider onlus.
E’ il secondo spettacolo della trilogia POLVERE: Polvere – la vita che vorrei è uno spettacolo scritto e interpretato da un gruppo di persone con vicende personali e condizioni diverse, accomunate dal vivere alla Piccola Casa della Divina Provvidenza. Tutti attori nati, interpreti di se stessi e dei propri sogni con una professionalità che Barbara Altissimo ha coltivato con dedizione. Sono poesia vivente.
La maggior parte dei protagonisti, pur non essendo professionisti, ha un garbo ed un’intensità espressiva rari, non lasciando trapelare alcuna forzatura, nessuna imposizione registica, nessuna azione, gesto, parola che non sia stata introiettata, assimilata, condivisa. Niente viene dall’esterno, tutto è interpretazione, talvolta immedesimazione. Dieci attori, ospiti del Cottolengo, hanno partecipato ad un percorso formativo durato anni ed hanno acquisito specifiche tecniche; non sono spontanei, ma precisi, Barbara Altissimo ha trasmesso loro la coscienza dello spazio teatrale, le regole dell’emissione verbale e del movimento, nulla è lasciato al caso, non c’è improvvisazione, che pur sarebbe scusata da un pubblico, in questi casi, troppo complice, che erroneamente scorda il senso critico per applaudire a prescindere. Questa è un’occasione poetica in cui si tributa giusto merito ad una congrega di individui con dignità di palcoscenico. La storia è una non storia di tanti brevi frammenti, quadri che riecheggiano un po’, forse, le loro vite, un po’ quelle di altri personaggi fantastici, dai film di Federico Fellini, un po’ le balere, le campagne, gli amori persi e ritrovati, le elezioni di Totò, la filosofia e le opere di Shakespeare, la diversità ridente, che mette alla berlina chi non la stima. Un’avventura sensoriale ed emotiva di alto livello. Imprescindibili al risultato i due performer professionisti in scena, Ivana Messina, la fanciulla sola che canta e danza, pronta sempre a regalare sorrisi e Gian Luca Colombelli, una sorta di metteur en scène, en travesti, austero e autoritario, impelagato dietro ad una scrivania incredibile di lampade e fili e bizzarrie meccaniche.
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