Quando l’indipendenza sfugge di mano

La settimana scorsa c’è stato uno dei tanti eventi a cui la mamma e io veniamo invitate e questa volta avremmo dovuto andare; c’era infatti una persona molto nota che la mamma doveva intervistare. L’intervista non c’è mai stata perché questa ragazza, splendida e sempre sorridente e disponibile, non è stata in grado di parlare con noi: attacchi di panico.
E’ arrivata all’evento, ha fatto quattro foto e poi si è rintanata in una zona protetta, lontana da tutti. Ha provato un paio di volte a uscire, ma non ce l’ha fatta. La notizia non è stata resa pubblica, le persone hanno solo pensato che fosse un po’ altezzosa, hanno fatto i soliti commenti sui personaggi pubblici e tutto si è risolto così.
Dopo un paio di giorni la mamma e le sue amiche stavano leggendo un articolo che commentava positivamente la presenza ad un evento di tre attrici che si sono separate da poco e hanno comunque continuato a sorridere, dimostrando così che l’evoluzione femminile ha conquistato un livello di autonomia importante, che le donne si bastano da sole e bla bla bla.
Ho collegato i due episodi, e mi sono chiesta: ma siete sicuri che questa sia una conquista?
Lasciate che vi racconti come la vedo io.
La ragazza che non abbiamo intervistato è una persona famosa, bella, ricca, invidiata. Si è separata da poco e apparentemente continua la sua vita. In realtà sembra smarrita, come se le mancasse un pezzo, una sicurezza. Non so se le manchi suo marito o il fatto di avere qualcuno su cui contare e con cui condividere la quotidianità, di fatto gli attacchi di panico fanno pensare al fatto che si senta insicura, che abbia paura di qualcosa. E quel qualcosa, probabilmente, è solo nella sua testa. Non sto dicendo che penso sia pazza, al contrario. Penso che la sicurezza di un rapporto sereno, in cui due persone si completano e si supportano dia ad ognuno di loro una forza che altrimenti non hanno. Il fatto che dopo la separazione le persone (e non so perché lo sottolineino tutti per le donne e non per gli uomini) riescano ad andare avanti e a sorridere non è – secondo me – un dato da sottolineare e da considerare una conquista. Bisognerebbe guardare oltre la facciata, pensare a quanto queste persone debbano mettere una corazza per fingere di non aver bisogno di nessuno per essere felici.
Perché oggi sembra che la massima realizzazione sia l’indipendenza; che secondo me è già diventata individualismo estremo, con tutto quello che comporta. Una persona che dichiara di avere bisogno di condividere e di sentirsi amata e valorizzata non è debole, al contrario. Prendete noi quattrozampe ad esempio. Pensate davvero che abbiamo bisogno di voi per cavarcela? Se la risposta è sì sappiate che state sbagliando. Siamo nati liberi, senza casa e senza padrone. Ce la siamo sempre cavata, abbiamo trovato cibo in giro, cacciato prede, organizzato le nostre specie in branchi. Poi abbiamo conosciuto la gioia di una famiglia, di una mamma che si sveglia e ci sorride, ci compra la pappa più gustosa, ci coccola, ci porta a spasso. Se la mia mamma si dovesse perdere io sono certa che ce la farei da sola, ma non sarebbe lo stesso. Avrei paura, mi sentirei smarrita. Non sarebbe solo una questione di cibo e non verrei premiata con la medaglia di ‘westie indipendente dell’anno’ se me la cavassi da sola. So che me la caverei perfettamente, sono una terrier e so cacciare, e sono carina e faccio tenerezza. Ma io sono abituata a pensare che io e la mamma ci prendiamo cura l’una dell’altra, se manca una l’altra si sente smarrita. Può cavarsela, ma non è la stessa cosa.
Vi ritrovate con la descrizione? Suppongo di sì. E allora perché non può, anzi, deve essere la stessa cosa tra due esseri umani? Da quando dichiarare di avere bisogno di una persona che condivida il nostro pezzo di strada e che completi il nostro essere meravigliosi è diventato un segno di debolezza?
Perché si è passati dal pensare che fosse lecito sopportare qualsiasi cosa in nome della famiglia al decidere che non è lecito soffrire per la mancanza di una persona, senza fermarsi ad un più logico in medio stat virtus (la virtù sta nel mezzo)? Avete fatto bene a lottare per i vostri diritti, è giustissimo rifiutarsi di accettare botte, violenze e tradimenti; ma non fatevi prendere la mano. Non diventate delle anoressiche di emozioni e sentimenti, che le cose tutt’ossa piacciono solo ai cani. E neanche a tutti, io preferisco le bistecche.
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