Quanto ci manca Donald Draper

L’offerta di serie TV sta aumentando in maniera esponenziale, ma non possiamo dire lo stesso sulla qualità. Personaggi del calibro di Donald Draper sembrano essere ormai un lontano ricordo, eppure la settima stagione di Mad Men si è conclusa solo tre anni fa.
Per fare una grande serie TV non bastano i soldi. Certo aiutano, ma non sono sufficienti. Guardate quello che sta succedendo con Westworld, il presunto capolavoro di HBO da dieci e più milioni di dollari a puntata che, in questa seconda stagione, stenta a incontrare i favori del pubblico.
Se guardiamo alle serie di maggior successo degli ultimi trent’anni – da E.R. a Game of Thrones, passando per Breaking Bad, Mad Men e The Walking Dead – è evidente che le migliori emergono o per l’originalità della storia o per lo spessore dei personaggi. Le poche che riescono a combinare entrambi i fattori diventano capolavori.
Mad Man è un esempio perfetto di serie di successo costruita attorno ai personaggi. Ambientata nella New York degli anni sessanta, racconta le vicende di un uomo, Donald Draper (interpretato dal pluripremiato Jon Hamm) che vive il la nascita e la crescita enorme della pubblicità. Non una serie che spicchi per la storia in sé, sebbene rappresenti uno spaccato interessantissimo di quegli anni, con il sessismo che rendeva invivibile il posto di lavoro per le donne, l’eccesso di alcool e di sigarette, le vicende politiche che modificavano un paese che, comunque, cresceva alla velocità della luce. Ciò che ha reso Mad Man il successo che rappresenta sono stati i suoi protagonisti. Dal principale, Donald Draper appunto, all’ultimo dei componenti dell’ufficio della Sterling Cooper (questo era il nome dell’agenzia).
Don è un uomo brillante, una mente geniale. Un padre amorevole e un marito in apparenza perfetto. Nasconde, però, un passato fatto di bugie e vive innumerevoli relazioni extraconiugali che lo rendono umano e spesso detestabile. Un buono con difetti enormi, insomma. Lacune che contribuiscono a renderlo interessante e meritevole della nostra attenzione. Un personaggio che, odiato o amato che sia, stimola la curiosità e i sentimenti dello spettatore.
E non c’è solo lui nella squadra di Mad Man. Basti pensare a Peggy Olson, interpretata da Elisabeth Moss che – proprio grazie a quel personaggio – è stata capace di cominciare una carriera spettacolare che la ha portata fino al ruolo di protagonista in The Handmaid’s Tale, successo assoluto di Hulu. Peggy è una ragazza talentuosa che lotta con le unghie e con i denti per distruggere il maschilismo ottuso di quegli anni, riuscendo a ritagliarsi un posto al tavolo dei creativi. Un tavolo tipicamente riservato ai soli uomini.
E cosa dire della splendida Betty (January Jones), moglie di Donald Draper e casalinga con poco potere di decisione sulla sua vita e sulle dinamiche di famiglia che alla fine trova la forza di ribellarsi proprio a quel marito che tutte le invidiano. Una vicenda amara e, per certi versi, ancora molto attuale.
Non tutte le storie possono godere della sceneggiatura di Game of Thrones o dell’idea collaudata di The Walking Dead (anche se qui dovremmo aprire una parentesi sul declino inesorabile che sta vivendo quest’altra serie di AMC), e se la storia è normale sono i protagonisti a dover essere eccezionali. Sono i personaggi a marcare il valore del racconto, ed è proprio su questo punto che vengono a mancare il 90% delle nuove serie TV. Ultimo esempio drammaticamente lampante, la seconda stagione di 13 Reasons Why (Netflix). Piatta e forzata.
Senza Donald Draper, Walter White (Breaking Bad) o Tony Soprano (The Sopranos), i risultati – pessimi – si vedono eccome. C’è poco da stare allegri, al momento. Speriamo che il resto del 2018 ci porti meno aspiranti protagonisti e più personaggi che meritino davvero di essere guardati per più di una stagione.
Latest posts by Paolo Rizzardini (see all)
- La Casa di Carta, ecco l’attesissima terza stagione - 22 Luglio 2019
- Us, il nuovo film di Jordan Peele - 27 Maggio 2019
- Game of Thrones. Il finale. - 20 Maggio 2019
Irene Antonucci, il nuovo sorriso della tv italiana
Sylvie Lubamba, solidarietà a Salvini
Risotto al burro e timo con tartufo bianco
Cambiare la nostra idea di cambiamento