Quarto Oggiaro, il presunto killer dei Tatone in tribunale: “Sono innocente”

“Sono innocente, e lo dimostrano i fatti”: lo ha sostenuto in aula Antonino Benfante, il presunto killer che, tra il 27 e il 30 ottobre 2013 avrebbe ucciso tre persone, tra cui i fratelli Emanuele e Pasquale Tatone, nell’ ambito di contrasti legati al piccolo spaccio di eroina nel quartiere milanese di Quarto Oggiaro.
Terminata l’arringa del suo difensore, l’avvocato Corrado Viazzo, l’uomo ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee davanti ai giudici della Corte d’Assise di Milano, respingendo le accuse. Nella scorsa udienza il pm di Milano Laura Pedio aveva chiesto una condanna all’ergastolo e a quattro anni e mezzo di isolamento diurno.
Il suo difensore, invece, oggi ha proposto l’assoluzione. “Da 15 anni Benfante è malato di Parkinson, un male irreversibile che non perdona – ha spiegato in aula l’avvocato Viazzo -. È impensabile che in queste condizioni possa aver sparato in equilibrio precario – ha proseguito – mandando a segno i colpi con precisione”.
Secondo l’avvocato, inoltre, “non ci sono prove a suo carico e anche la ragione dell’omicidio non è mai stata chiarita”.
Benfante, che era uscito dal carcere solo quattro giorni prima dei primi due omicidi, il 27 ottobre 2013 avrebbe ucciso Emanuele Tatone e il suo autista Paolo Simone e poi il 30 ottobre avrebbe ammazzato anche Pasquale Tatone, fratello di Emanuele, freddato all’uscita di una pizzeria dove aveva cenato da solo.
Il movente, secondo l’accusa, sarebbe l’egemonia sul piccolo spaccio a Quarto Oggiaro, che Benfante sperava di riuscire a ottenere eliminando i fratelli Tatone. Il processo è stato rinviato al prossimo 8 luglio, per le repliche e la sentenza. L’avvocato Viazzo, intanto, nei giorni scorsi ha presentato una richiesta di ricusazione del presidente del collegio, il giudice Guido Piffer, in quanto secondo il legale nel corso del processo avrebbe escluso «senza giustificazioni» l’audizione di alcuni dei testimoni citati dalla difesa. Sull’ istanza deciderà la quinta Corte d’Appello di Milano.
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