Quegli ‘eroi’ che scappano con l’aereo privato
“No More Heroes” recitava una vecchia canzone degli Stranglers, famoso gruppo new-wave dei primi anni ’80. Oggi non ci sono più eroi, e quei pochi che erano considerati tali hanno clamorosamente calato le braghe di fronte al Coronavirus, dandosi a una pavida macchia.
Campioni in fuga
Nel mondo contemporaneo gli ‘eroi’ per antonomasia sono i campioni dello sport, coloro che chiamano folle di tifosi osannanti in stadi capienti, in qualche modo assimilabili ai colossei e ai teatri di epoca antica.
Eppure questi ‘dei moderni’, questi esempi di virtù professionale e sportiva, si sono quasi tutti dati alla fuga precipitosa. E’ bastato un virus, che in maggioranza stermina persone con il doppio o il triplo della loro età, per trasformarli da eroi a vili, eserciti in fuga disordinata a bordo di aerei personali.
“In Brasile abbiamo la piscina…”
Nessuno ha avuto pietà delle migliaia di persone che, in Italia, sono fuggite a ‘treni levati’ verso Sud, ma qualcuno è perfino riuscito a dare delle giustificazioni se Zlatan Ibrahimovic, per citarne uno, “si sente bene e non vede la famiglia da tanto tempo”. O se Gonzalo Higuain, anche lui lontano da casa, ‘viene vinto dalla nostalgia’, così come Cristiano Ronaldo che, ‘in fin dei conti’, “ha la mamma che sta male”. Per chiudere con Thiago Silva, ex milanista di cui molti sentono la mancanza: magari anche coloro costretti a rimanere in un monolocale per un mese, mentre la fidanzata del brasiliano spiega la fuga in Brasile della coppia: “Abbiamo deciso di partire perché la situazione a Parigi era davvero triste… (torniamo, ndr) in Brasile perché qui possiamo trovare cibo e abbiamo più opzioni per restare in casa con i bambini, qui abbiamo la piscina”.
Gli eroi di oggi sono questi, in ‘fuga per la sconfitta’, loro, morale e umana. Se ne ricordino bene i loro ‘tifosi’, quelli che, sopravvissuti, una forse lontana domenica di sport usciranno di casa per andare a sostenere la squadra di un cuore tradito.
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