Raffinatissimo Strauss alla Scala

Il Cavaliere della rosa, commedia per musica di Hugo von Hofmannsthal…musica di Richard Strauss, così è scritto sul frontespizio della partitura; a rilevare l’importanza che il librettista (il poeta!) ha avuto nella preparazione di quest’opera. Andata in scena per la prima volta alla Koniglisches Opernhaus di Dresda il 26 gennaio 1911, approdò al Teatro alla Scala di lì a poco, l’1 marzo, diretta dal Maestro Tullio Serafin, in lingua italiana. Strauss riferisce di queste rappresentazioni come “della battaglia di Milano”. Der Rosenkavalier è un’opera che ricorre con discreta frequenza nei cartelloni degli ultimi due decenni del Teatro milanese (2003 e 2011) che torna a riproporlo in una coproduzione con il Festival di Salisburgo, regista Harry Kupfer, scene di Hans Schavernoch, costumi di Yan Tax, luci di Jürgen Hoffman e video Thomas Reimer. Sul podio il venerando Direttore Zubin Mehta a dirigere un interessante cast capitanato dalla Marschallin di Krassimira Stoyanova a duettare d’amore con l’ Octavian di Sophie Koch.
Il pretenzioso Barone Ochs avrà la voce di Günther Groissböck mentre la deliziosa Sophie sarà Christiane Karg. Il Coro e l’Orchestra sono quelli del Teatro alla Scala, Maestro del Coro Bruno Casoni, Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala. Il libretto, opera di uno dei maggiori poeti novecenteschi, è già un capolavoro; combina elementi della commedia d’intrigo con quella di carattere, un pizzico di farsa e un po’ di satira, il tutto legato dal sopraffino humor di Hoffmansthal, simbolista e poeta. Richard Strauss l’ha avvolto con una musica accattivante dall’inizio alla fine. Un leggero senso d’anacronismo si può avvertire per il reiterato impiego di walzer (inimitabile atmosfera di leggerezza e poesia); ma è una sensazione creata ad arte dal musicista, che rimanda, ancora una volta, alla fine di un’epoca. Der Rosenkavalier è il capolavoro del sodalizio tra compositore e poeta, nonché l’opera cui arrise maggior successo nel XX secolo, se si escludono i fortunati lavori pucciniani. Hoffmansthal, dopo le esasperazioni di lavori quali Salome ed Elektra, accontenta il desiderio di Strauss di un lavoro dal tono “mozartiano”: con un occhio a Le Nozze di Figaro, Cherubino prende le vesti d’Octavian, mentre La Contessa si reincarna nella Marescialla. La complessità del lavoro di Hoffmansthal però non termina con Mozart, tutta una serie di riferimenti s’intravede a una più attenta disamina del libretto: si va da Molière a Hogarth, da Beaumarchais al meno conosciuto Louvet de Couvray.
L’azione si svolge a Vienna nel XVIII secolo, durante il regno di Maria Teresa. Der Rosenkavalier inizia con un’introduzione orchestrale, tipica di Strauss, che dà l’idea del “clima” che si respirerà: impetuoso, capriccioso e molto spiritoso. Un capolavoro “malinconicamente inattuale”, per quella leggerezza spensierata e sovrano sprezzo della coerenza stilistica: testimonianza di un vivere tranquillo e raffinato, dedito ai piaceri della cultura e dell’arte, di cui il vecchio continente era stato maestro e faro indiscusso nel mondo. Una scommessa, per noi abitatori di una temperie storica prossima alla barbarie. Recite dal 4 giugno al 2 luglio, al Teatro alla Scala.
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