Rapporto Inps, la proposta: tagliare le pensioni ai ricchi per dare ai poveri

I nuovi poveri dai 55 anni anni in su sono triplicati, questo è il dato che emerge dai nuovi studi. L’attuale assetto lavorativo che ci troviamo a vivere, all’indomani dello tzunami economico che ci ha accompagnati negli ultimi anni, ci rivela un aspetto inquietante: l’Italia non è più un paese per adulti. Perché se è vero che a 55 anni non si considerano più ‘anziane’ le persone, è altrettanto vero che per i nuovi adulti non c’è spazio nel mondo del lavoro.
Che fare, quindi? L’idea brillante è venuta ai dirigenti dell’Inps, che nel loro rapporto sulle pensioni suggeriscono una serie di misure risolutive che vengono ironicamente chiamate ‘non per cassa ma per equità’. La proposta che viene avanzata al governo è illuminante: tagliare le pensioni ai ricchi per dare un contributo di disoccupazione (sostanzialmente) ai nuovi poveri. Roba da far impallidire persino Robin Hood, che però vestiva i panni del ladro, non del dirigente statale.
In sostanza, si tratterebbe di tagliare le pensioni a chi percepisce un importo superiore ai 5.000 euro per darne 500 ai 55enni.
Non so a voi, ma a me questa cosa ricorda vagamente la strategia di appiattimento sociale, con sostanziali punizioni ai ricchi (rei di essere tali, appunto) a favore dei poveri. La proposta risulterà popolare, temo. I ricchi, o presunti tali, in Italia vengono visti come la peste: per esserlo – o esserlo diventati – devono essere necessariamente degli evasori (o dei preti, ma questo è un altro discorso), devono aver rubato a qualcuno o guadagnato grazie a favori di origine personale o sessuale. Che a ben guardare il dubbio è venuto spesso anche a me; se andiamo ad analizzare il sistema di tassazione che vige nel Bel paese ci si chiede davvero come abbiamo fatto a sopravvivere, altro che diventare ricchi.
Il punto, però, è che non ci rendiamo conto di dove stiamo andando a finire. Sembra si inizi ‘livellando’ la società, punendo la proprietà privata (la casa di proprietà, oggi, ha tante di quelle tasse che conviene andare in affitto), gestendo le risorse economiche a loro piacimento. Non tagliano stipendi, poltrone, benefit, aerei di stato; no. Tagliano le pensioni ai lavoratori rei di vivere una vecchiaia agiata. Sono anche furbi: nel rapporto sottolineano il fatto che il taglio riguarderebbe anche alcuni vitalizi di politici. Certo, peccato che siano 4.000 su 250.000. A casa mia si chiama specchietto per le allodole, non so da voi.
Per il momento la proposta è stata bocciata dal governo Renzi, ma il dubbio rimane: quando avanzeranno la proposta di evitarci l’incombenza di fare la spesa dandoci dei buoni per ritirare la razione quotidiana di pane, latte e carne? Per evitare gli sprechi e salvare il pianeta, sia ben chiaro.
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