Reagire al virus, prende il via #MangiaItaliano

Il Coronavirus mette in ginocchio l’economia milanese, lombarda e italiana. basta vedere i negozi, i bar e i ristoranti della metropoli. Mai come in questo momento è necessario rivolgersi al prodotto italiano, foraggiando i produttori e i lavoratori danneggiati dall’attuale stato di crisi, una crisi che non sembra poter diminuire i propri effetti a breve.
Crollo della domanda alimentare
Una prima analisi Coldiretti/Ixé sugli effetti dell’emergenza sull’agroalimentare Made in Italy rivela che oltre un’azienda agricola su quattro (il 27%) ha ricevuto grosse disdette di ordini alimentari, per quello che viene definito come un vero e proprio crollo della domanda.
La Coldiretti sottolinea in una nota come sia necessaria “una mobilitazione per difendere la principale ricchezza del Paese… Un patrimonio messo a rischio dall’espansione del Covid-19 che sta provocando gravi difficoltà produttive, logistiche e commerciali a livello nazionale”. Senza dimenticare, continua la nota della Coldiretti, “i pesanti danni di immagine e gli effetti del crollo del turismo, che è sempre stato un elemento di traino del Made in Italy agroalimentare all’estero…”.
Per questo motivo la Coldiretti ha lanciato la prima campagna #MangiaItaliano in Italia e all’estero, iniziativa che vede schierati in prima linea durante il weekend i mercati degli agricoltori e gli agriturismi di Campagna Amica.
30mila imprese a rischio
A sua volta Confesercenti ha stimato che, se l’emergenza Coronavirus dovesse durare fino ad aprile, sarebbero a rischio 6,5 miliardi di consumi, interni e turistici, e 8 miliardi di Pil nel semestre. Ad aggravarsi in particolare sarebbe l’impatto sui consumi turistici (-5 miliardi) e interni (-1,5 miliardi). La flessione, insieme al calo degli investimenti, porterebbe alla possibile chiusura di 30mila imprese.
A essere coinvolti in diverso grado dalla frenata, spiega Confesercenti, sono settori che raccolgono circa un milione di attività: oltre al turismo, commercio, pubblici esercizi, servizi e trasporti. Le stime dell’associazione parlano di 2 miliardi di euro in meno di consumi per le imprese ricettive e 1,3 miliardi in meno per bar
e ristoranti, mentre per agenzie di viaggio e tour operator la perdita è di 342 milioni. Per i negozi il calo è di 748 milioni di euro, 586 per i trasporti. L’impatto è concentrato principalmente nelle regioni del nord e nelle città d’interesse turistico.
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