Referendum sull’autonomia della Lombardia

Come abbiamo già spiegato in questo articolo, è stata avviata la campagna a sensibilizzazione del voto per il referendum sull’autonomia della Lombardia. Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta:
Il 22 ottobre prossimo, gli aventi diritto saranno chiamati alle urne per esprimere il proprio parere, tramite referendum consultivo, al seguente quesito:
“Volete voi che la Regione Lombardia, in considerazione della sua specialità, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e con riferimento a ogni materia legislativa per cui tale procedimento sia ammesso in base all’articolo richiamato?”
Le possibili risposte saranno, ovviamente, SI o NO. Analizzando il testo del referendario, si fa riferimento al terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione italiana, ovvero a quell’articolo che concede uno statuto speciale ad alcune regioni e provincie. Nel dettaglio, l’autonomia riguarderà quelle sfere di influenza che non sono strettamente sotto il controllo dello Stato e che potete leggere all’articolo 117 della Costituzione.
Referendum legittimo e, senz’alcun dubbio sensato, vista la particolarità di una regione come la Lombardia, un’iniziativa che, in teoria, non dovrebbe dare adito a polemiche se non fosse che da più parti si alzano accuse di strumentalizzazione del referendum sull’autonomia della Lombardia, da parte del governatore Roberto Maroni.
Diversi sindaci del centro sinistra, (Milano, Bergamo, Brescia, Varese, Lecco, Mantova, Cremona e Sondrio) tramite una nota rilasciata dall’ufficio stampa di Giorgio Gori (sindaco di Bergamo) hanno dichiarato quanto segue:
“L’autonomia e i benefici per la crescita e il lavoro per tutti non possono essere strumentalizzati da una parte politica che ha isolato fino ad ora la Lombardia. Per questo diciamo un sì convinto e ci organizzeremo perché il referendum sia una vittoria di tutti i lombardi e non una bandierina di una parte. Il comitato si presenterà pubblicamente l’11 luglio a Varese. In questa occasione verranno spiegate le ragioni della scelta di votare sì”
Al coro dei sindaci sul referendum per l’autonomia della regione Lombardia, si è unita anche la Lega Nord che, tramite Massimiliano Romeo (capogruppo in regione Lombardia) ha così commentato “Sono contento che i sindaci del Pd della Lombardia abbiano compreso che non si tratta del referendum della Lega, ma di tutti i cittadini, senza distinzioni di colore politico. L’autonomia regionale riguarda tutti i lombardi e non certamente solo una parte politica”
Pronta anche la reazione di Maroni che, su Facebook, ha così replicato “bene, finalmente Ma una domanda la voglio fare al Pd lombardo e al suo segretario: perché finora il Pd ha definito inutile il referendum e mi ha sempre attaccato accusandomi di sprecare soldi pubblici? Che confusione – conclude il governatore – in casa dem… Che pazienza da parte mia”
Già, perchè fino a pochi giorni fa il Pd, parlando del referendum sull’autonomia della Lombardia, sosteneva a chiare lettere che si sarebbe trattato di un inutile spreco di tempo e denaro ma evidentemente devono avere cambiato idea o, più semplicemente, hanno preferito salire sul carrozzone insieme agli altri sperando di attirare le simpatie di qualche potenziale elettore lombardo.
Mentre il Movimento 5 Stelle si è così espresso “L’incoerenza sta in casa del Pd. In Regione, non vogliono il referendum, ma i suoi sindaci voteranno sì al quesito referendario dei Cinque Stelle perché la Lombardia ottenga più risorse e competenze da Roma. Gori, giusto per fare un esempio, è passato dal sì, al no, al ni, e poi di nuovo al sì senza soluzione di continuità. L’endorsement al referendum dei sindaci del Pd una cosa la dice chiaramente: il Pd regionale ha mentito spudoratamente sulle aperture del governo Renzi-Gentiloni per dare più autonomia e risorse alla Lombardia. Per fortuna diranno presto ai loro cittadini lombardi, i partiti non hanno nessuna credibilità”
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