Regione Lombardia inchioda il Governo

I nodi del contagio da Coronavirus, prima o poi, dovevano venire al pettine. E, dopo le prime schermaglie verbali tra Regione Lombardia e Governo, ecco che dal Pirellone è stato calato il ‘carico’ pesante, quello delle parole scritte, perché ‘scripta manent’.
Una nota ripercorre i passi istituzionali
In una nota emessa dall’istituzione lombarda in cui vengono ricostruiti i principali “passaggi e i relativi provvedimenti assunti…”, si legge nella nota – il 23 di febbraio viene istituita dal presidente del Consiglio dei ministri la zona rossa di Codogno. Nello stesso giorno viene istituita la zona gialla, che prevedeva minori restrizioni, con ordinanza firmata dal presidente Fontana e dal ministro Speranza”.
La zona rossa per la bergamasca chiesta il 3 marzo
“A fronte della mappatura della diffusione del contagio – prosegue la nota della Regione -, Regione Lombardia il 3 marzo ha reiterato, fra le altre, la richiesta di istituire una zona rossa per Nembro e Alzano, attraverso il Comitato tecnico scientifico di supporto a Palazzo Chigi che condivideva tale valutazione, inoltrandola al presidente del Consiglio dei ministri e al ministro della Salute”. “L’8 marzo – si conclude la nota – il governo ha deciso con proprio dpcm – quello che ha generato il drammatico esodo notturno dalla Lombardia – di istituire la zona rossa in tutta la regione, superando ogni decisione relativa a Nembro e Alzano e cancellando quella di Codogno”. Una decisione tardiva, probabilmente fatale per migliaia di persone.
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