Renzi, Ferrari, Borsa di Milano: cerca l’intruso

Probabilmente se lo invitaste ad una cena in famiglia verrebbe pure lì il prodigo Matteo; ogni occasione è buona per esserci, farsi vedere, fare propaganda politica: ha imparato bene il mestiere.
Così ci ritroviamo Renzi alla presentazione del titolo Ferrari in borsa a Milano, una location non tanto consona ad un Presidente del Consiglio tanto più quando si tratta della quotazione di un titolo privato; certo alla quotazione Poste Italiane sarebbe stato banale vederlo e così preferì fare altro. Come dare torto a Renzi di abbinare la sua immagine al Brand italiano più famoso al mondo, usufruire di una vetrina così importante per farsi pubblicità, utilizzare questo palcoscenico mondiale per le sue solite e inutili promesse da ciarlatano? Non ha perso tempo infatti e al grido di “cominciamo a correre più degli altri” si fregia dei risultati del cavallino paragonando il futuro dell’Italia da lui pilotata ai prossimi successi su pista del bolide di formula 1. Se queste sono le premesse state pure certi che la prossima stagione sarà ancora a vantaggio delle teutoniche Mercedes nonostante il periodo nero dell’industria automobilistica tedesca.
Come poi un grande manager come Marchionne decida di appoggiare il ragazzo fiorentino proclamando un “grazie a Renzi per quello che sta facendo per l’Italia” non ci è dato di saperlo anche se l’operazione di esportazione della Fiat all’estero senza problemi e veti da parte del governo qualcosa dovrebbe suggerirci, così come qualcosa dovrebbe dire lo spacchettamento della FCA ed il conseguente piazzamento del titolo Ferrari in borsa.
Infatti la ricerca di nuovi partner automobilistici da far entrare in FCA non è un caso e le rassicurazioni di Marchionne che “tutto funziona bene esattamente come previsto e non siamo in crisi” non tranquillizzano gli investitori che non credono al titolo mettendolo in un equilibrio precario facendogli perdere anche 4 punti percentuali in una sola settimana. Si potrebbe pensare infatti che il gruppo stia vendendo i gioielli di famiglia per monetizzare o perché in crisi o proprio per salvare il salvabile. Chiaro che in una situazione di difficoltà l’aiuto del governo diventa fondamentale e anche Renzi appare come uno statista affidabile. A questo proposito potremmo anche pensare che la visita del premier alla Borsa di Milano non sia casuale e si potrebbe collegare al successo ottenuto da Piazza Affari che è risultata la borsa migliore del 2015 a livello mondiale, con un indice positivo del 13,23% equivalente al 34,8% del PIL italiano, percentuale basata in prevalenza sui guadagni più che sugli scambi, a prima vista un chiaro segno di ripresa del nostro paese, se non fosse che gli andamenti altalenanti, crolli improvvisi tipo Volkswagen, azioni dei vari governi a tutela di aziende o la stessa situazione del mercato italiano con la vendita di numerose aziende e la quotazione in borse di molte altre, ha portato di fatto ad una “falsificazione” del mercato reale, più o meno come la bolla economica in Cina e le misure riparatorie del governo che hanno permesso alla borsa di Shenzhen di avere un indice del 66,15%, un dato quasi doppio di quello italiano. Come diceva una vecchia imprenditrice che conoscevo “bisogna cavalcare la cavallina finché galoppa”, detto che sicuramente Renzi conosce a memoria.
Massimiliano Russo
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intruso, imbucato, parassita mediatico, bugiardo, impostore. ingegner Enzo Ferrari abbia ancora un pò di pazienza poi questo escremento politico sparirà nel nulla-