Riaprire i Navigli, un miliardo (in euro) di motivi per farlo

di GIOIA REFFO (Navigli24.it)
Tanti sono i benefici in soldi spiccioli a fronte di una spesa di circa 400 mln e di problemi logistici risolvibili. Parola dello studio di fattibilità del Politecnico. Ora la parola passa ai candidati sindaci per Milano 2016.
Vedere le sottili linee blu dei Navigli arrivare da Cassina de’ Pomm alla Conca dell’Incoronata appena restaurata e poi attraversare il centro di Milano fino alla Darsena fa quasi commuovere. Perché finora eravamo abituati a guardare vecchie foto di inizio ‘900 e immaginarci come poteva essere vivere in una città sull’acqua.
La presentazione della studio di fattibilità presentato a Palazzo Reale il 10 giugno ha invece dimostrato che la riapertura dei Navigli di Milano non solo è possibile, ma porterebbe anche vantaggi economici. Un miliardo di euro per la precisione, a fronte di circa 406 milioni di spesa prevista. Ora la parola passa ai candidati sindaci di Milano 2016.
Ma andiamo con ordine. A causa del grande afflusso di gente, in tanti non hanno potuto partecipare alla presentazione. Il Comune di Milano ha promesso nuove date (prenotatevi mandando una mail a: elisa.bellavita@comune.milano.it). Nel frattempo ecco cosa è stato detto punto per punto.
A fare gli onori di casa è stata la vice sindaco Ada Lucia De Cesaris che ha ribadito due concetti fondamentali: “Costa, ma si può fare!”. Per la prima volta però da quando sono stati coperti nel 1929, i Navigli sono stati oggetto di uno studio che ha analizzato tutti i diversi aspetti coinvolte e le eventuali problematiche logistiche.
“Si tratta di una vera e propria infrastruttura che disegnerebbe una nuova città e porterebbe valore economico, sviluppo e crescita”, ha ribadito De Cesaris, sottolineando che “il Comune ha messo in salvaguardia il percorso nel piano di governo del territorio. Ora tocca a politici e cittadini prendere una decisione”.
A portare avanti lo studio di fattibilità è stata la squadra del Politecnico di Milano guidata dal professoreAntonello Boatti che ha potuto contare sulla partecipazione di colleghi specializzati in vari campi: dall’idraulica alla viabilità, passando per la fattibilità finanziaria e lo sviluppo urbano. “Non è una fantasia”, ha sottolineato subito Boatti ricordando il referendum del 2011 in cui il 94% dei milanesi che avevano partecipato (il 49%) aveva detto sì alla riapertura.
A farci tuffare nelle acque di Milano ci ha pensato per primo il professor Guido Rosti che ha analizzato la situazione idrogeologica. “Riaprire il percorso tappato all’inizio del ‘900 è fattibile e anzi, le acque scorrerebbero meglio”, ha spiegato Rosti aggiungendo: “il Seveso andrebbe separato dalla Martesana e in questo modo si risolverebbero anche i problemi legati alla sua fuoriuscita”. Inoltre l’acqua di falda non è così alta da toccare il canale e si potrebbe sfruttare la temperatura costante dell’acqua attraverso pompe di calore che producono energia rinnovabile.
Il tracciato dei Navigli di Milano comprende il tratto della Martesana che va da Cassina de’ Pomm alla conca dell’Incoronata, poi dritti fino a San Marco. Da qui si vira verso piazza Cavour e si segue l’attuale percorso della 94 che passa in via Senato, via Sforza, davanti ai giardini della Guastalla e al policlinico arrivando fino in via Molino delle Armi e alla vecchia conca di Viarenna. Da qui l’entrata in Darsena. In tutto sono 7.700 metri si lunghezza e 10 conche con tempi medi di passaggio di 7/10 minuti: due storiche, 2 costruite ex novo (San Marco e via Senato) e 10 nuove. Ci vorrebbero 2 ore e 20 minuti in discesa e 2 ore e 40 minuti in salita, ma la navigazione sarebbe assicurata. A tutto ciò vanno aggiunte le passerelle per l’attraverso pedonale.
La riapertura è stata pensata per essere portata a piccoli tratti incominciando da quello che “sembra” il più facile, ovvero la Martesana. Nel primo tratto scoperto non ci sarebbero problemi logistici o idraulici perché basterebbe ridurre le carreggiate in via Melchirre Gioia da 6 a 4, togliendo i controviali. I nuovi posteggi per le auto però non sono stati trovati! Comunque il canale navigabile scorrerebbe parallelo alla strada, ma ribassato con un’alzaia alberata e scale/ascensori per scendere e salire. Da quando il Seveso entra nella Martesana l’intervento è più complesso perché bisogna dividerli e creare un canale ad hoc…
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