Rita Pavone con Emilio Targia: “Tutti pazzi per Rita” (ed. Rizzoli)

Chi legge un titolo del genere sicuramente rimane incuriosito e gli verrà voglia di andare a verificare che sia veramente così e soprattutto per capire il motivo di questa pazzia collettiva e se veramente è stata tale. Bene, alla fine del libro, che intanto leggerà in poco tempo, non perché esso sia di dimensioni modeste (infatti non lo è), ma perché, una volta iniziato, non si riesce ad accantonarlo se non al momento in cui si arriva all’ultima pagina. Sì, il classico esempio di libro appassionante “da leggere tutto d’un fiato”, un po’ perché la storia intriga in più punti, e un po’ perché la scrittura è scorrevole e tutt’altro che cervellotica.
Nel libro Rita immagina di raccontare la sua vita personale e artistica a una bambina di nome Federica, figlia di una sua amica venuta un pomeriggio a farle visita.
I bambini, si sa, da che mondo è mondo sono affascinati dai personaggi famosi, che appaiono ai loro occhi come delle fate, delle regine o dei principi azzurri e poterli ascoltare costituisce per loro un momento magico che vorrebbero che non finisse mai.
E Rita inizia il suo racconto proprio dal momento che la sua vita fu chiamata “La mia favola infinita”, che era il titolo del suo ultimo musical che, dopo diverse repliche in varie città, terminò al Teatro Brancaccio di Roma nel 2005, dove, comunicava il proprio addio alle scene.
Promessa fortunatamente non mantenuta, grazie a Renato Zero, e questo Rita lo chiarisce nel libro.
Il titolo di quel musical era costituito da due parole che in realtà si smentivano dai fatti, sia quelli precedenti al 2005, sia quelli successivi a tale data. “Favola”? No, Rita, nello spettacolo non raccontava una favola, ma riassumeva, peraltro parzialmente, la sua carriera che era pura verità, solo che, in effetti, questa sua carriera era stata così luminosa, così piena di successi clamorosi, così ricca di fatti eclatanti che di solito accadono solo nelle favole. Quindi, più che una favola, era una vita reale talmente incredibile da apparire favolosa. Ma perché poi “infinita” se in quel momento lei stata dando l’addio alle scene? Era una favola, magari con il lieto fine, ma che aveva una conclusione. Si vede, invece che quel secondo termine usato per il titolo del musical era in realtà profetico., visto che la favola, dopo otto anni aveva ripreso il suo corso che si sta dimostrando tutt’altro che finito.
I fan più anziani di Rita, quelli che l’hanno vista nascere artisticamente, conoscono minuziosamente la sua vita e chi la conosceva poco ebbe modo di documentarsi nel 1977 quando lei scrisse la sua storia nel bellissimo libro “Nel mio piccolo”. E ora la ripropone. Ma perché, se i suoi fan sanno (o credono di sapere tutto di lei)? Intanto leggere Rita che si racconta è sempre un piacere, perché riesce a farlo con verve inusitata anche nel narrare quei momenti personali della sua vita che sono stati meno entusiasmanti. E poi anche chi ha letto “Nel mio piccolo” scoprirà tanti aneddoti che non conosceva perché non riportati nell’altro libro. E per finire sono ben passati quasi diciotto anni dal 1997 e qualcosa Rita deve aver pur fatto in questo lasso di tempo. Ora finalmente ce ne dà documento. Lei racconta che si è riposata, che ha vissuto piacevoli momenti di dolce far niente e di rilassatezza. Naturalmente nessuno di noi crederà a questa che è sì una favola. Perché una “zanzara” come Rita Pavone non è un personaggio che se ne sta con le mani in mano senza far niente. Sì, si sarà sicuramente anche riposata, e lo credo bene dopo tutti quegli anni di superattività in giro per il mondo, si sarà goduta nella sua villa spagnola diversi mesi di quel sole che lei ama tanto, ma nel frattempo ha arricchito la sua cultura e avrà letto e studiato con piacere tutte quelle cose che a lei erano ancora sconosciute. Perché Rita, oltre a essere in continuo movimento, sia fisico che mentale, è anche una persona curiosa come lo sono tutte le persone intelligenti e, leggendo questo libro, lo si capisce subito.
Veramente Rita non aveva intenzione di ritornare sulla scena, così come racconta nel nuovo libro e Renato Zero ha dovuto faticare un po’ nel convincerla, ma, come lei stessa racconta, il suo rifiuto iniziale era dettato esclusivamente dalla paura di non essere più accettata nell’ambiente musicale, si chiedeva quanta parte del suo pubblico sarebbe stato ancora interessato a lei. Comprensibile, quindi, provare quanto meno un po’ di perplessità alla richiesta fattale da Renato Zero. Però dentro di sé aveva ancora quella forma di nostalgia particolare che i brasiliani chiamano “saudade” al quale nessun’altra lingua al mondo ha saputo dare una traduzione che la spiegasse nel profondo.
C’è poco da fare, Rita era nata come animale da palcoscenico e tale doveva tornare a essere: le bastò, come lei racconta nel suo libro, quell’accoglienza trionfale che la folla, venuta per vedere Renato Zero, le tripudiò per farle capire che, non solo non era stata dimenticata, ma che, ritirandosi anni prima, aveva lasciato un vuoto che i suoi ammiratori non erano riusciti a colmare. E poi non c’erano solo i vecchi fan “nostalgici”, c’erano persone giovani, molti giovanissimi, che non ne conoscevano il talento se non per sentito dire o grazie a qualche vecchio filmato che la TV ogni tanto mandava in onda. Ma non immaginava tutta quell’energia e il coinvolgimento che quell’artista sapeva trasmettere. Chi ha visto un suo concerto sa che Rita non si è mai risparmiata, ha cantato sempre con quella forza che la natura, facendola non proprio una persona alta due metri, sembra avesse voluto rimediare altrimenti. D’altra parte non si dice forse che il vino migliore è conservato nelle botti piccole? Io che l’ho seguita per tanti anni, non l’ho mai vista cedere anche nelle situazioni più gravose, lei ha sempre dimostrato quell’onestà e rispetto per il pubblico che si è mosso da casa per venire ad applaudirla e lei non lo ha mai deluso. Per questo sono tutti pazzi per lei!
Il libro che ho letto, come scrivevo all’inizio “tutto d’un fiato” è una fonte quasi inesauribile di vicende, raccontate con sincerità e spesso senso dell’umorismo, quando era il caso.
I nomi con cui lei ha lavorato, quelli che si sono complimentati con lei, che l’hanno ammirata sono personaggi sì da favola infinita: farne i nomi solo di una piccola parte sa quasi dell’incredibile. Qualcuno potrebbe dire che in certi momenti il caso favorevole l’ha aiutata (vedi il suo debutto a “Studio Uno” dovuto all’ostracismo decretato dalla TV a Mina, ragazza madre nel 1963 (!!!) Ma se non hai vero talento, dopo un caso fortunato, rimani al palo.
È tornata! Renato Zero le ha fornito l’occasione di dimostrasse quanto valesse ancora e, soprattutto, di come vocalmente fosse migliorata e con quale desiderio di rivalsa ha finalmente inciso le canzoni che meglio la rappresentano. Questa volta non si è limitata ad accettare una cosa qualsiasi, che comunque, son sicuro, il pubblico, che non l’ha mai dimenticata, le avrebbe anche perdonato. Questa volta ha preteso, giustamente, il meglio e se l’è procurato da sé. E questo lo troviamo in quello che ritengo sia il capitolo più bello del libro, il titolo è “Rita is back!” ed è tornata con lo spirito che aveva quando faceva la piccola camiciaia ma sentiva dentro di sé il “sacro fuoco” di chi sa di poter avere di più dalla vita. Lei era nata per cantare.
Nel 1936 uscì un film di Roy Del Ruth, protagonista Eleanor Powel, il titolo era “Born to Dance” (“Nata per ballare”). Per quel film Cole Porter fu candidato all’Oscar per la migliore canzone che era “I’ve Got You Under My Skyn” che Rita incise in un LP brasiliano. Parafrasando quel film, di Rita si potrebbe dire “Born to Sing”), ma sarebbe riduttivo, perché Rita si è dimostrata non solo una cantante eccezionale ma ha dimostrato un talento singolare per la danza e anche per la recita, e non solo quella da commedia musicale, se si pensa alle sue prestazioni in due commedie di prosa: “La dodicesima notte” e “La Strada”
Il libro, oltre a raccontarci la vita di Rita quando fin da piccola, il suo desiderio più grande, era cantare e il suo più tenace ammiratore dell’epoca era il suo papà, riporta una serie di foto, molte delle quali inedite, scelte tra le migliaia che lei ha raccolto, dove viene mostrata con i personaggi dello spettacolo più famosi al mondo,
Alla fine del libro ci sono anche i commenti di personaggi illustri che si esprimono positivamente su di lei.
Io ne ho estrapolati due che mi hanno particolarmente colpito perché, più che raccontare del loro rapporto con Rita, hanno sottolineato due peculiarità fondamentali del personaggio in parola.
Pupi Avati e Renato Zero. Il primo descrive molto bene il valore tecnico della sua vocalità, il secondo riferisce un episodio che mostra Rita nel suo lato privato, dove viene fuori la sua generosità e anche una parte dolorosa della sua vita che, anziché farle buttar via la spugna, come generalmente si dice, l’ha resa più forte e coraggiosa.
Pupi Avati: “Ho ascoltato l’ultimo album di Rita, Masters, grazie a mia figlia. Un giorno venne da me e mi disse: “Papà senti un po’ questo cd…” Obbedii, e ascoltai quei brani alla cieca, senza guardare la copertina senza conoscere l’artista che dispiegava quella voce in modo così trascinante. Era una voce che mi ricordava qualcosa, qualcuno ma continuavo a non capire. Chiedevo lumi a mia figlia: “È italiana? È americana?” Avevo intuito che doveva trattarsi di qualche nome importante , ma ci ho messo un po’ a capire che quella voce apparteneva a Rita Pavone.
E così, folgorato da quel sound ho divorato tutti i brani di quel magnifico disco, così sorprendente e pieno di swing. Alla fine l’ho infilato nel mio iTunes, nella mia playlist personale. E l’ho ascoltato di continuo, per diverso tempo. Quelle canzoni assomigliavano un po’ al tipo di film al quale stavo lavorando. Le ho tenute addirittura in sottofondo mentre scrivevo, quelle canzoni mi aiutavano, mi sostenevano. Quando la mattina ti trovi davanti un foglio bianco hai bisogno di un’energia speciale per scrivere storie. E io con quelle canzoni avevo trovato complicità e supporto.
Io credo che lei sia pronta adesso per fare un disco insieme al grande Tony Bennett”……..
“Nella mia vita di appassionato di jazz, non mi aspettavo di vedere riapparire Rita Pavone in quel modo, in Masters Rita è stupefacente, riesce a tirare fuori un suono formidabile. Il suono della musica più bella, della musica che poi negli anni nessuno è mai riuscito a fare. Rita in quei brani sfodera una voce calda e tonda, con maturità , con sotto una ritmica strepitosa. Voce e musica sembra si sostengano a vicenda…”
Renato Zero: “Io poi metterei l’accento sulla sua congiunzione con Ferruccio. Rita, come donna, nel mondo dello spettacolo partiva già svantaggiata, penalizzata. Perché le donne devono faticare sempre più degli uomini per ottenere risultati. Accaparrarsi un amore e volerlo vivere serenamente nella sua normalità andava contro il volere del pubblico che pretendeva Rita sempre single e maschiaccia. Non concepiva che una come Rita potesse addirittura… avere dei figli! Quel suo atteggiamento determinato, quel suo pretendere invece di ritagliarsi il giusto spazio per la sua vita privata, sono stati una prova di coraggio e di professionalità. Lei avrebbe potuto tranquillamente fingere, e viversi il suo amore in qualche motel, in modo carbonaro… Sarebbe stato più facile. Invece ha preferito urlare ai quattro venti che era felicemente innamorata di Teddy Reno e se lo voleva sposare. Apriti cielo! Fu un terremoto. Che ha inciso poi anche sugli anni seguenti . In molti non l’hanno perdonata per quel suo gesto di coraggio e trasparenza. Ma a lei quel tipo di perdono non è mai interessato. Quella scelta per lei è stata alla fine un ulteriore incentivo alla sua voglia di essere artista”.
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Complimenti a chi ha scritto l’articolo. Rita Pavone è sempre stata una delle mie cantanti preferite e sto leggendo il libro che avevo comprato proprio due giorni fa.
Carlo bellissima e dettagliata recensione di un libro sulla vita di Rita Pavone che si rivela davvero interessante!!! Emanuela
Condivido totalmente le sensazioni descritte in questa recensione. .. Si è proprio così : Rita Pavone riesce sempre a far emozionare sia dal palco sia leggendo o ascoltando i racconti della sua vita perché traspare umiltà, sincerità e amore/riconoscenza per il suo pubblico. Ha ancora tanto da regalare ai suoi fan …
Bisogna bene ascoltare Madame Rita Pavone per tentare di avvicinarsi la sua anima, quando lei canta ovviamente, ma quando lei parla e quando lei scrive : lei è sempre eccellente e molto superiore agli tutti altri !… Mi rallegro di leggerla con tutta l’attenzione, tutta l’ammirazione e tutto il affetto che lei merita …
Bellissimo articolo sulla vita della nostra grande rita.
Ottima recensione come sempre Carlo Io il libro lo compro senza alcun dubbio
Bellissimo e completo articolo per un artista completa che io adoroooo eva grazie
….direi che questo bellissimo articolo di Carlo Tomeo insieme ai due commenti finali…mi ha commosso! Il libro mi arriverà giovedì e sono ansiosa di riceverlo !Sono fan di Rita dai suoi esordi e naturalmente ho letto anche l altro ma proprio come la sua favola lei è. …infinita…
Rita Pavone e’ unica e aspetto di leggere questo libro autobiografico per conoscere dettagli della sua vita pubblica e privata che ancora non conosco. Amo l’artista da sempre e l’ho sempre seguita in tutto quello che fa e mi ha reso molto felice il suo ritorno alle scene dopo l’abbandono e l’uscita dell’album da lei prodotto in cui spero che presto ne possa uscire un altro magari di canzoni inedite scritte per lei dai nostri grandi cantautori italiani, perché se lo merita. Bellissima recensione e raccoglie uno spaccato del suo vissuto.
Straordinaria recensione per una straordinaria Rita Pavone
interessante recensione, dà veramente voglia di comperare il libro. Io l’ho già fatto 🙂
Grazie carlo per un ottimo recenzione e grazie milano reporter e grazie rita pavone!
Io sono fan di Rita da 1967 ….I am glad to be a fan of such a wonderful person and artist!
Rita is back and I am glad she is back!
Saluti da Olanda
Grazie ho comprato il libro lo sto leggendo ma devo ammettere che questa recensione è davvero molto dettagliata ed esaustiva complimenti ancora al relatore, Grazia
Splendida recensione!!! Ho ripercorso la vita di Rita leggendo il libro ed anche adesso con questo articolo è un vero piacere ricordare i momenti bellissimi delle tante cose che fa fatto Rita, un’artista davvero completa ed unica. Grazie
We should all feel blessed that an artist of this caliber came into our lives.
Una recensione che mette in evidenza le molte sfaccettature della vita di una grande Artista, che io amo, un libro che leggerò tuttto d’un fiato. Complimenti Carlo Tomeo bellissimo articolo, grazie.
Grazie a te per avermi fatto sapere della tua bellissima recensione ! Abbiamo la stessa passione per Rita.Desidero molto successo a voi due Forte abbraccio
Straordinario articolo da Carlo Tomeo, per la Grande Rita!Da non perdere!
Come fan da anni che sono di Rita Pavone, leggendo questa eccellente recensione, la voglia in leggere tutto d’un fiato il suo nuovo libro è immensa. Grazie, carissima Rita per regalare, a tutti che sono già leggendo e ai che leggeranno il tuo libro, un po’ di te. Al sig. Carlo Tomeo, complimenti, applausi per questo ottimo articolo.