Roma, l’Impero (e il virus) colpiscono ancora

La sensazione è che ci sia una regia occulta dietro all’alzata di scudi che il ‘mainstream’ mediatico e quello politico hanno levato nei confronti di Regione Lombardia, l’organo che prima e più di altri, anche per ovvi motivi si è dato da fare per contrastare a furia di norme e decreti, il contagio del Coronavirus, specie di fronte all’immobilismo romano.
La previdenza di Fontana
Dopo che per primo è stato il governatore Attilio Fontana a sollevare la questione delle quarantene su chi arrivasse dalla Cina, tanto da venire tacciato ipocritamente di razzismo, dopo le norme più restrittive e severe che la Regione ha preteso di fronte al molle e tardivo decisionismo centralista, mentre il sindaco di Milano prima ‘abbracciava i cinesi’ e ci mangiava insieme e poi produceva video con la scritta #Milanononsiferma, ecco che ora è la Regione a finire clamorosamente sul banco degli imputati (solo da parte di certa stampa) per una paradossale omissione di controllo nelle case di riposo.
L’attacco premeditato dei sindaci
Al Governo devono aver fatto male le umiliazioni patite in serie, la nomina di Guido Bertolaso a ‘commissario regionale’, alter ego dell’imbarazzante Domenico Arcuri, la costruzione a tempo di record dell’ospedale anti-Covid al Portello, là dove da Roma emergeva la conclamata incapacità di trovare le mascherine e, una volta trovate, di inviare quelle giuste, oltre all’impossibilità di trovare medici adeguati da mandare in terra lombarda se non in queste ore, a tempo di famoso ‘babbo morto’, con la sfilata del ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia (un ossimoro, per un centralista sfegatato come lui).
Obiettivo: uccidere l’autonomia lombarda
Il primo chiaro avvertimento è arrivato con la lettera ‘minatoria’ dedicata alla Regione da parte di un gruppo di sindaci lombardi, Milano e Bergamo in testa, guarda caso tutti a targa PD. Il resto è stato l’inevitabile e dichiarato cataclisma con mire politiche, un’infezione mirata nei confronti di uno dei pochi ‘corpi sani’ della eccessiva burocrazia italiana. Obiettivo: spogliare dell’autonomia richiesta chi di quest’ultima ha fatto una bandiera di efficienza e buon governo.
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