Rotto il silenzio stampa: politici e parlamentari si esprimono sull’operato della Polizia

A due giorni dalla devastazione del capoluogo lombardo politici e parlamentari si esprimono commentano l’operato della Polizia: chi in modo positivo e chi con qualche riserva.
Il senator Luigi Manconi del Partito Democratico sostiene che «Mentre infuriano ancora le polemiche a proposito della manifestazione del primo maggio a Milano e si rinnovano gli attacchi più virulenti contro i responsabili dell’ordine pubblico, devo dire che il comportamento delle forze di polizia è stato di grande saggezza e intelligenza. Il compito di poliziotti e carabinieri è esattamente quello di controllare il disordine, impedire che diventi dirompente e che produca danni ancora maggiori». Continua poi asserendo che «In uno stato democratico e nel corso di manifestazioni di massa, i responsabili dell’ordine pubblico devono mediare, tutelare il diritto di espressione pacifica dei pacifici e controllare che i violenti siano messi nelle condizioni di non nuocere. Esattamente quanto è accaduto a Milano». Conclude poi sostenendo Alfano: «Chi come me non è avaro di critiche verso il ministro dell’Interno, devo riconoscere che ha bene operato e che soprattutto, hanno ben operato il prefetto Pansa, gli appartenenti alle forze dell’ordine a tutti i livelli e anche i sindacati di polizia che hanno accettato di collaborare per il bene comune».
Maurizio Gasparri invece mostra qualche riserva: «Solo cinque arrestati per la devastazione di Milano: in un numero la resa dello Stato ordinata da un governo di incapaci che favoreggia crimine e violenza». Il capogruppo di Forza Italia in una nota chiede che venga fatta «chiarezza sui fatti di Milano e soprattutto sulle direttive impartite per bloccare l’azione delle forze dell’ordine e lasciare che i black bloc devastassero la città», anche perché «Nonostante fossero ormai giorni che centri sociali, anarchici e violenti stanziavano per Milano in attesa dell’apertura dell’Expo – osserva il senatore azzurro – nessuno ha dato l’ordine di controllare, prevenire, agire per impedire che i criminali prendessero il sopravvento. Su questo il governo deve immediatamente riferire in Parlamento per individuare precise responsabilità». Gasparri conclude dicendosi a favore delle forze dell’ordine e chiedendo «una maggiore tutela del personale in divisa verso il quale è in atto una delegittimazione inaccettabile da parte del governo e dalla sinistra». Per questo «riuniremo a breve la Consulta sicurezza di Forza Italia alla quale abbiamo invitato sindacati e Cocer per proporre norme più severe contro i violenti. Niente sconti di pena a chi devasta le nostre città».
Sulla stessa linea il suo collega Domenico Scipoliti, di Forza Italia, il quale sostiene che, nonostante le forze dell’ordine dello Stato Italiano «possono vantare competenza e dedizione», sono condizionate da «un Ministro che con le sue posizioni le delegittima e le indebolisce». Il che fa nascere in lui un dubbio: « Oggi, a freddo, occorre chiedersi se gli agenti a Milano abbiano preferito non intervenire per paura di essere successivamente indagati e processati, anche da buona parte della classe politica italiana. E occorre chiedersi se questo traballante e malfermo Ministro dell’interno sia adeguato a guidare il Viminale e quei giovani che si trovano a dover affrontare la terribile violenza dei centri sociali sostenuti senza vergogna da buona parte della sinistra italiana».
Più duro il giudizio di Daniela Santanchè, deputata di Forza Italia: «Centinaia di guerriglieri feriscono la nostra città devastandone e incendiandone una parte. Il risultato? Fermano solo 5 persone. Questa è una presa in giro non solo per i milanesi ma per tutti gli italiani che capiscono che c’è qualcosa che non torna e soprattutto capiscono che non si è usato il pugno duro, e che tante balle questo governo continua a raccontarci».
Commento positivo invece è quello del Presidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), il senatore Giacomo Stucchi, il quale ritiene che «Il lavoro preventivo dei servizi segreti italiani in questa circostanza, come rilevato in più riunioni del Comitato, l’ultima lo scorso 29 aprile, è stato complesso e puntuale ed i risultati, circa i possibili aspetti e scenari critici, sono stati costantemente condivisi con le Forze di Polizia, sia nelle scorse settimane durante i tavoli tecnici costituti ad hoc (nell’ambito del CASA, Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo) sia nella fase di gestione dell’ordine pubblico, cui competevano le scelte delle strategie operative». Smentisce quindi le notizie pubblicate dai giornalisti: «Avendo letto su alcuni quotidiani notizie di una minore attività di natura preventiva-informativa dell’intelligence italiana in occasione delle manifestazioni connesse all’inaugurazione di Expo 2015, ritengo doveroso chiarire che ciò non risponde assolutamente al vero».
Dunque sono tanti i punti di vista al riguardo: chi avrebbe agito in modo diverso e chi sostiene al cento per cento le scelte del Viminale. Purtroppo ormai è tardi per le congetture.
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