‘Safety Check’ di Mark Zuckerberg per il Nepal: l’abuso sul social

Cos’è “Safety Check”? Creato da Mark Zuckerberg, per aiutare le persone colpite dal terremoto in Nepal a verificare che i loro cari stiano bene.
Se una persona si trova nell’area di un disastro (un terremoto, un’inondazione, uno tsunami), Facebook manda un messaggio, un “Safety Check” appunto, chiedendo “ti trovi nell’area in cui c’è stato un terremoto, stai bene?”. A questo messaggio, con un solo clic, si può rispondere “Sì, sto bene”, così l’informazione appare nel proprio stato di Facebook (solo per gli amici): “Mi trovo nell’aera del disastro, ma sto bene”.
Un bel modo per rassicurare i propri famigliari e amici lontani.
Ma l’abuso che ne stanno facendo? Persone non coinvolte stanno mandando questo “Safety Check”.
Per ignoranze, non si gioca con le disgrazie, qualcuno ha preso questa opportunità offerta dal social più famoso del mondo – Facebook – come un modo un po’ scanzonato di fare ironia. Per qualcuno anche una “moda” che sta dilagando sul social.
L’idea è nobile è buona, l’utilizzo per molti è più che sbagliato.
Lucrezia Lessio
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