Salone dell’Auto ad inizio giugno a Torino

Si è tenuta mercoledì scorso, 19 aprile, presso la sede della Direzione Generale dell’ACI a Roma la conferenza stampa di presentazione della terza edizione del “Salone dell’auto” di Torino che si terrà da mercoledì 7 a domenica 11 giugno.
Grazie alla presenza di oltre 50 brand di case automobilistiche, anche quest’anno si prevede una massiccia affluenza di spettatori. Sono previste almeno 800 mila unità, che si riverseranno nel Parco Valentino e in altri luoghi del capoluogo piemontese.
In questa edizione, ha anticipato Andrea Levy, presidente dell’evento, “all’anima statica dell’esposizione all’aperto, fatta di novità e anteprime del Parco Valentino, si affiancherà quella dinamica di piazze e residenze sabaude, che faranno da cornice ad altri appuntamenti legati al Salone”. Tutta la città sarà dunque coinvolta.
Ad aprire i battenti sarà la celebrazione per il settantesimo anniversario della fondazione della Ferrari, alla quale seguirà, nei giorni seguenti, quella per i 90 anni della Volvo.
Ma il 2017 è anche il sesto anno dall’entrata in vigore del “Superbollo”, così durante la conferenza stampa si è parlato anche delle ripercussioni che sta avendo questa tassa sul mercato delle vetture di alta gamma.
Secondo la relazione dell’UNRAE, l’introduzione del Superbollo ha provocato la sofferenza del settore dell’eccellenza motoristica italiana, con ricadute negative su tutta la filiera.
“Introdotto nel 2011 per ottenere un gettito fiscale di 168 milioni di euro – ha spiegato Romano Valente, direttore generale UNRAE – fin da subito (il Superbollo, ndr) si è rivelato controproducente per le vendite delle vetture di alta gamma, in calo del 36%, senza generare gli introiti auspicati per le casse dello Stato”. La sua abolizione, al contrario, favorirebbe un aumento delle vendite e un conseguente maggior gettito fiscale, stimato in oltre 120 milioni di euro.
La richiesta sollevata in conclusione della tavola rotonda su questo argomento è mirata all’eliminazione del Superbollo. Questa incontra, tuttavia, un problema di ordine economico per quanto riguarda l’approvazione da parte del Ministero, mancante al momento di una soluzione in merito. Valente ha comunque tranquillizzato la platea spiegando che, pur in mancanza del suddetto piano economico, esiste un bilancio di competenza. In tal modo non solo si ripagherebbe da sé, ma che sarebbe anche in grado di “rigenerare per indotto molte altre risorse”.
Sempre in merito alla discussione sul Superbollo, Pietro Innocenti, managing director di Porsche Italia. Egli ha spiegato come “nei primi 18 mesi (dall’introduzione della tassa, ndr) si sia verificato un calo del parco circolante del 26%. Circa 26.000 auto hanno lasciato il Paese, con notevoli ripercussioni. Il crollo delle vendite è stato del 35%. Nel 2009 Porsche vendeva in Italia il 56% del volume di vetture con potenze dai 185 kW in su; oggi sono il 36%. E la loro svalutazione è ora più elevata, con ripercussioni per chi deve vendere la propria auto”.
Un problema analogo si era verificato – ha ricordato Innocenti – col mercato degli yacht di lusso. In esso si è operato un ripensamento in merito a questo tipo di tassazione nella considerazione che a pagarne le spese non sarebbero stati gli acquirenti di tali imbarcazioni, bensì “l’uomo con la cima sul pontile”, nel caso i suddetti proprietari fossero andati all’estero a godersi le proprie imbarcazioni”.
Sulla stessa linea Eugenio Blasetti, press relations manager Mercedes-Benz, il quale ha puntato il dito sul governo Monti, dichiarando che la crisi delle auto di grossa cilindrata in Italia ha come principale responsabile il Superbollo da questo introdotto nel 2011. Ha concluso affermanto che “pur avendo quest’ultimo ammesso di averlo introdotto per motivi simbolici e oggi anacronistici, è ancora qui”.
Il direttore della comunicazione Jaguar Land Rover, Lidia Dainelli, ha a sua volta spiegato che la propria azienda, con i suoi “due brand premium, Jaguar e Land Rover, ha risentito più di altri dell’introduzione del Superbollo su tutta la fascia alta prestazionale delle rispettive gamme”.
Per concludere ricordando come “in Italia viga ancora l’emozione data da una bella vettura prestazionale, il desiderio, la passione nell’acquisto e nella guida: la vettura diventa un po’ l’immagine, l’identità dell’acquirente. Questa sovrattassa, che voleva colpire i super ricchi, ha invece danneggiato lo slancio del possesso di un oggetto desiderato”.
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