Schizofrenia, il progetto Triathlon integra i pazienti

La schizofrenia come patologia cronica, con la quale convivono giovani nel pieno dell’età produttiva: l’85% dei pazienti italiani intervistati ha infatti tra i 18 e i 50 anni. Se ne è parlato alla presentazione del progetto “Triathlon – Indipendenza, Benessere, Integrazione nella Psicosi”, che proprio in Lombardia inaugura una nuova fase con il lancio delle iniziative legate alla dimensione sociale del progetto, finalizzate al reinserimento del paziente.
“Triathlon”, promosso da Janssen in partnership con la Società Italiana di Psichiatria (SIP), la Società Italiana di Psichiatria Biologica (SIPB), la Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia (SINPF), la Fondazione Progetto ITACA Onlus, l’ONDA (Osservatorio Nazionale sulla salute della donna) e la Federazione Italiana Triathlon (FITRI) è un programma innovativo per promuovere il recupero e il reinserimento dei pazienti attraverso un approccio integrato, basato sul coinvolgimento di tutte le figure chiave dell’assistenza, lungo tre dimensioni fondamentali – clinica, organizzativa e sociale – che da febbraio a oggi ha già coinvolto numerosi DSM (Dipartimenti Salute Mentale) sul territorio.
“Per la prima volta abbiamo numeri veramente importanti per un progetto di questo respiro – spiega Antonio Vita, Professore Ordinario di Psichiatria all’Università degli Studi di Brescia e Direttore dell’Unità Operativa di Psichiatria 20 dell’ASST Spedali Civili di Brescia – nel biennio 2016-2017 sono 40 i Dipartimenti di Salute Mentale partecipanti, che rappresentano il 20% del totale (in pratica un DSM su cinque viene toccato dal progetto) e circa 3.000 operatori sanitari coinvolti. Possiamo affermare senza dubbio che la capillarità è l’ulteriore elemento di valore e novità di TRIATHLON. Sono state coinvolte quasi tutte le Regioni italiane, compatibilmente con l’estensione del territorio, della popolazione e dei Servizi. Alla fine del 2016 si saranno svolti 60 eventi formativi e altrettanti se ne terranno nel 2017″.
La dimensione clinica del progetto prevede eventi formativi orientati in primo luogo all’importanza di una diagnosi e di un intervento precoce e ai requisiti del trattamento farmacologico, oltre ad altri aspetti fondamentali quali la riabilitazione cognitiva e la psicoeducazione.
Uno degli aspetti problematici nella gestione della schizofrenia che emerge dalla survey “Addressing misconceptions in schizophrenia” riguarda proprio la gestione e l’adesione alla terapia; i pazienti infatti spesso non sono in grado di ricordarsi quando assumere la terapia e devono far riferimento ai caregiver (55%) o al personale sanitario (50%). Ancora esiguo (10%) il numero di pazienti che si avvalgono di device tecnologici. “Se i pazienti vengono trattati precocemente, con approcci multi-disciplinari e integrati, è possibile il raggiungimento di una completa autonomia psicosociale – dichiara Andrea Fiorillo, Professore, Dipartimento di Psichiatria, Università di Napoli SUN – strumenti come “On-track”, che facilita l’interazione tra medico, paziente ed équipe psichiatrica e “Allenamente”, per allenare le funzioni cognitive del paziente, sviluppati nell’ambito del progetto Triathlon, rappresentano due validi esempi”.
Per quanto riguarda i pazienti italiani che hanno partecipato alla ‘survey’, la metà (50%) ha un’età compresa fra i 31 e i 50 anni, il 35% fra i 18 e i 30 anni; conseguentemente, anche i ‘caregiver’ sono persone giovani nel pieno della loro vita (il 72% ha fra i 28 e i 50 anni), che si trovano a dover gestire da sole l’assistenza, i trattamenti e l’impatto della malattia schizofrenica sulle attività quotidiane del paziente. Dalla ricerca infine emerge che la preoccupazione maggiore dei caregiver riguarda proprio quest’ultimo aspetto: il 63% degli intervistati teme infatti gli effetti “destabilizzanti” della malattia sul corso ordinario delle attività e si mostra preoccupato per il lavoro, lo studio e le attività sociali del paziente.
Secondo dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), sono circa 24 milioni le persone che nel mondo soffrono di schizofrenia a un qualunque livello. La malattia si manifesta in percentuali simili negli uomini e nelle donne. Nelle donne si osserva la tendenza a sviluppare la malattia in età più avanzata. In Italia sono circa 300mila le persone che soffrono di questo disturbo.
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