Serie A al via, Milan e Inter per sé e per la città

Ha preso il via questo week-end la 114.a edizione del campionato italiano di Serie A, l’84.a a girone unico.
Quello che fino a poco tempo fa veniva ancora considerato il ‘campionato più bello del mondo’ ma che da diversi anni ormai, è diventato un torneo quasi di retrovia, dove andare a pescare astri nascenti per le ‘big’ internazionali, lasciando alle squadre nostrane il sin troppo facile sogno delle notti di mezza estate o, come faceva una canzoncina di pochi anni fa, quello dei sogni ‘sotto l’ombrellone’.
Milan e Inter hanno il compito non semplice di sorprendere se stessi, i propri tifosi e cercare di riportare il sorriso sullo sport milanese, alle prese con una crisi di squadre, impianti e risultati.
Una città, quella della Madonnina, che nel 2009 era stata insignita in maniera incomprensibile del titolo di Capitale Europea dello Sport e che da un po’ di tempo, per quanto riguarda gli sport che non siano di esclusivo interesse di chi gioca in campo e dei parenti sugli spalti, si è adattata a osservare i propri avversari cogliere i frutti a cui le formazioni meneghine erano abituate da sempre.
Basket a parte, dove due anni fa l’Olimpia ha potuto fregiarsi del titolo di Campione d’Italia grazie all’amore di Giorgio Armani per il pallone a spicchi, per quanto riguarda le altre discipline il piatto piange: la squadra di pallavolo gioca a Desio, quella di hockey ghiaccio si è autoretrocessa in B, football americano (che pure vanta due squadre, Rhinos e Seamen) e affini vivono del contributo di pochi ma sanguigni appassionati.
Degli sport ‘singoli’ si è persa traccia da anni: per vedere tennis di livello a Milano bisogna aspettare la trasmissione delle teche RAI durante le notti d’estate, l’ultima Sei Giorni di ciclismo risale al 2008, ma si trattò di un episodio sporadico, visto che negli ultimi 30 anni se ne sono disputate cinque edizioni.
Spetta così ancora una volta al calcio cercare di invertire la tendenza, fare capire che investire nello sport si può, e si deve, più come elemento e mezzo educativo che come mero ‘baraccone pubblicitario’ fine a se stesso.
Milan e Inter hanno investito molto e il mercato di entrambe non pare essersi ancora concluso. Dopo una stagione in cui San Siro è stato troppo spesso vuoto spetta così a quest’anno dell’EXPO, ricco di promesse ma anche di tante delusioni, cercare di riportare il sorriso e la voglia di sentirsi viva a una metropoli ‘dormiente’ che ha bisogno di ritrovare se stessa e le proprie squadre del cuore.
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