Si è spento a Milano il giornalista Sergio Borsi

Si è spento nella sua Milano all’età di 79 anni il giornalista Sergio Borsi.
Una lunga carriera quella che lo ha visto protagonista a il Popolo, l’Ansa, la Rai. Direttore dell’Eco di Bergamo dal 1996 al 2000, Borsi è stato segretario della Fnsi, il sindacato nazionale dei giornalisti.
Borsi, milanese da generazioni, viveva al secondo piano di un condominio Anni ’70 a pochi metri dal Ponte della Ghisolfa. I funerali saranno celebrati mercoledì a Milano alle 11, nella Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo in via Catone.
Ai familiari di Sergio Borsi, scomparso a Milano, la presidenza e il direttivo dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti hanno manifestato la commossa partecipazione al lutto.
Sergio Borsi – ricorda l’Alg – fu uno dei protagonisti del giornalismo italiano della seconda metà del ‘900. Ha operato sia sul versante della professione, ricoprendo incarichi importanti come direttore del Centro di Produzione Rai di Torino, e direttore dell’Eco di Bergamo, sia su quello del sindacato e degli organismi rappresentativi della categoria. Negli anni ’60, dopo giovanili esperienze nei giornali delle ACLI, lavorò per il Popolo, l’ANSA e l’Avvenire. Passò poi alla Rai, redazione di Milano. Nell’azienda televisiva di servizio pubblico divenne più tardi Direttore del Centro di Produzione di Torino e, a Roma, assistente del Direttore generale. Parallela alla professione la sua carriera nel sindacato. È stato presidente della Commissione Sindacale dell’Associazione Lombarda dei giornalisti negli annì70, poi Segretario dell’Usigrai, vicesegretario della FNSI. Nella Federazione della Stampa ricoprì la massima carica, quella di segretario generale, tra il 1981 (congresso di Bari), al 1986 (congresso di Acireale).
«Sono profondamente colpito dalla morte di un amico e un collega protagonista di una delle stagioni più difficili per la difesa della libertà dei giornalisti italiani. Sergio Borsi ha saputo unire una vita professionale intensa a un grande impegno nel Sindacato e negli enti dei giornalisti italiani».
Ha affermato Daniele Cerrato, presidente Casagit. «Consigliere d’amministrazione della Casagit dal 2001 al 2005, con passione, rigore e profonda umanità ha sempre rappresentato un riferimento sicuro, informato, competente. Segretario della federazione nazionale della Stampa negli anni del terrorismo è stato anche tra coloro che hanno gestito il delicato passaggio della trasformazione tecnologica delle redazioni. Appassionato egli stesso del ruolo delle tecnologie nei processi dell’informazione – ricorda ancora Cerrato – ha saputo tenere sempre ben presente il ruolo del giornalista, mai subalterno alla tecnologia ma sempre pronto a coglierne gli stimoli e le sfide».
«La sua lunga stagione in Rai – prosegue Cerrato -, dopo gli anni al Popolo e all’Ansa, come capo della Redazione di Torino e poi come assistente del Direttore Generale Gianni Locatelli, ha coinciso con stagioni di cambiamenti importanti. Tornato a Milano come direttore del centro di produzione Rai di corso Sempione e poi a Torino per dirigere il Centro di produzione ha concluso la vita attiva professionale nel 2000 come direttore dell’Eco di Bergamo. Amava i passaggi più difficili, come quelli sulle pareti delle montagne in Valtellina o delle Dolomiti che amava tanto, ha affrontato la vita e anni di dialisi con forza e schiettezza, senza mai nascondersi nulla. La vicinanza mia personale, del Consiglio di Amministrazione, dei Sindaci e del Direttore generale Casagit alla moglie Annamaria e ai figli Roberto e Luca».
Foto:Eco di Bergamo
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