“Siamo tutti in pericolo” – l’ultima intervista di Pier Paolo Pasolini

Un Pier Paolo Pasolini ricordato a 40 anni dalla sua tragica morte avvenuta nelle notte tra il 1° e il 2 Novembre 1975. Daniele Salvo, autore e regista della messa in scena ha voluto costruire un’opera che mettesse in luce il pensiero del poeta in un momento particolare dell’Italia: quella del benessere, dove i valori più alti venivano scardinati dalla classe politica, dalla società che, uscita dall’era del fascismo, andava accumulando beni materiali per se stessa e si allontanava sempre più da pensieri e atti come la solidarietà e il bene comune, dimenticando la vita semplice ma più naturale di una volta.
L’opera nasce da due scritti di Pasolini: le Lettere Luterane,che aveva scritto quell’anno su “Il Mondo”, dove esprimeva il suo pensiero pessimista sulla società di allora che sembrava non essere migliorata negli ultimi anni, anni che sarebbero dovuti essere di insegnamento per una società futura migliore, ben al di là dal venire.
Daniele Salvo trae alcuni passi da queste Lettere Luterane per muovere un “j’accuse” al suo Paese che, secondo altri più evoluti, veniva considerato un Paese di serie B. Profetica quanto non mai questa affermazione, se pensiamo agli anni che stiamo vivendo ora dove, in effetti, più o meno tacitamente, in Europa siamo considerati ancora un paese di Serie B.
Un monologo in cui l’attore pigia nervosamente i tasti di una macchina per scrivere e dove lancia i suoi strali, contro soprattutto la classe politica. Ogni tanto si alza, si agita , si rivolge a un pubblico immaginario, per tornare poi alla sua postazione rappresentata da un tavolo a mó di scrivania.
Sulla scena appare di tanto in tanto un fanciullo denudato e sullo sfondo le fotografie e i filmati Luce di quegli anni che fanno da geniale supporto ai discorsi dell’attore, quasi a volerli giustificare e rafforzare.
Poi, senza che vi sia alcun intervallo, un signore si alza dalla platea e si avvicina al palco: è Furio Colombo, il giornalista de “Il Corriere della Sera”, famoso più che altro per essere stato colui che ha intervistato per ultimo Pasolini.
L’intervista ha inizio e il giornalista fa il provocatore apparente, chiede al poeta come mai, lui che critica questa società di finto e vano benessere, e che sembra aver perso ogni senso civico, portandola a una forma quasi di snaturalizzazione, facendole dimenticare i valori più antichi. Come mai lui, poeta che li stigmatizza, utilizza i prodotti di questa società che però gli permette di scrivere e stampare i suoi libri e renderli accessibili a tutti, di fargli filmare i suoi film e riempire le sale cinematografiche con le stesse. Non c’è una forma di contraddizione nel giudicare male una società che ti permette beni anche durevoli e soprattutto una vita apparentemente più felice perché ti concede la possibilità di usufruire dei piaceri più svariati? E qui il riferimento del ragazzo nudo che ogni tanto appare in scena è abbastanza significativo.
L’intervista va avanti, ma non si conclude: sono le ore18, il giornalista è lì da due ore e deve andare via. Tornerà domani per concludere e intanto chiede al poeta di suugerirgli un’ultima frase, che possa far magari da cappello a quell’inizio di intervista. Pasolini tace, riflette un attimo e poi, come se avesse avuto un’illuminazione, gli fornisce quanto richiesto usando questa frase: “Siamo tutti in pericolo”. Non sapeva ovviamente che quella notte sarebbe stato ucciso, la sua è stata una tragica profezia che ha dato il titolo allo spettacolo e che, nello stesso tempo, sembra quasi un’oscura e tormentata frase che conserva più che mai il suo valore nei tempi che stiamo vivendo adesso.
Si, forse davvero, siamo tutti in pericolo.
Daniele Salvo è stato un ottimo Pasolini, come del resto la regia è stata di grande effetto, grazie al gioco di luci sapiente che nella parte inerente l’intervista, illuminava il fondale di un’intensa luce azzurra, quasi a voler significare il presente, mentre nella prima parte il fondale era inondato da immagini in bianco e nero curate dall’Indyca di Torino che supportavano meglio il monologo. Ogni tanto apparivano i quadri colorati di Franco Accursio Golino che ritraevano il volto di Pasolini.
Lo spettacolo è co-prodotto dalla Fabbrica dell’Attore-Teatro Vascello in collaborazione con Farhenheit 451 Teatro.
In prima serata, pubblico molto attento e molti gli applausi.
Importante: In occasione della replica del 29 Ottobre di “Lettere Luterane. Pasolini e il Palazzop: conversazione con Roberto Chiesi, critico cinematografico e responsabile del Centro Studi –Archivio Pasolini della Cineteca di Bologna e con Giuseppe Genna, scrittore e critico letterario. Ore 18,30 – Cafè Rouge – Biglietto TFP cortesia € 3,50.
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Questa rappresentazione su il genio Pier Paolo Pasolini mi fa conoscere cose di lui che non conoscevo anche perché quando e’ stato ucciso io ero ancora giovanissimo e allora mi occupano di cose ben piu’ leggere, quello che so di lui l’ho imparato negli anni dopo la sua morte. Completa ed esaustiva come sempre la recensione di Carlo Tomeo
recensione interessante, invoglia ad andare ad assistere allo spettacolo
Da come è dewscritto sembra uno spettacolo interessante
Molto interessante!
Da come è descritto, mi sembra interessante
Una bellissima recensione , per un’opera che ricorda il grande Pasolini
Bellissima recensione, fa venir voglia di vedere lo spettacolo. Grazie molte al sig. Tomeo per le interessanti recensioni che giornalmente ci regala.
Come sempre ottima recensione di Carlo Tomeo, spettacolo da non perdere.
Un’ottima recensione chi dà voglia di andare al teatro e chi fa ricordare quanto Pier Pasolini fosse visionario… Grazie sig. Tomeo!
Come tutte le recensioni del sig. Tomeo, pure questa riguardante allo spettacolo su il grande Pier Paolo Pasolini, non poteva essere meno completa. Complimenti.
Come sempre bellissima recensione,come forse sai Carlo,io ho una smisurata passione per Pier Paolo Pasolini.Grazie per avermi fatto conoscere questo spettacolo interessante.Rita.
Ottimo lavoro Carlo per uno Spettacolo che ricorda Pasolini in maniera dignitosa e precisa!!! Emanuela
“Siamo tutti in pericolo”…. mi chiedevo ma sarà vero questo titolo o è stato cambiato dopo la sua morte? chissà, comunque sia è una bella recensione a un grande poeta scomparso malvagiamente!!!