Snatch diventa una serie TV!

Non posso negarlo, certe cose mi fanno molta paura. Perché quando leggi che stanno scrivendo una serie TV tratta da un film che hai visto più o meno settecento volte e che ami alla follia, il rischio di dover assistere ad una porcata ti fa gelare il sangue nelle vene. Ed in questo caso il rischio è davvero grosso.
Non vorrei fare il menagramo, ma la situazione mi ricorda tanto quello che passò in Brasile quando organizzarono i mondiali di calcio in casa propria un paio d’anni fa: se avessero vinto non avrebbero fatto altro che quello che tutto il mondo si aspettava, quando invece persero in semifinale per 7 a 1 contro la Germania, la festa si trasformò in una specie di lutto nazionale. Ecco perché, quando leggo che Snatch – capolavoro di Guy Ritchie dell’anno 2000 – sta per diventare una serie televisiva, mi viene la pelle d’oca.
La produzione dei dieci episodi della prima stagione di Snatch (si chiamerà così anche la serie?) comincerà questa settimana a Manchester e dovremo aspettare il prossimo anno per vedere i primi fotogrammi. Al momento si conosce poco della storia ma, a detta di un portavoce di Sony, l’obiettivo è quello di ripetere il doppio successo visto con Fargo: indimenticabile pellicola diretta dai fratelli Coen che diventò una serie bellissima (almeno nella sua prima stagione) interpretata da un Billy Bob Torton sublime. Si conosce già il nome di uno degli interpreti: Rupert Grint. Il ragazzo dai capelli rossi tra i protagonisti di tutti i film di Harry Potter, non esattamente una faccia da Snatch.
Che Dio, ce la mandi buona.
Si rivede, dopo la pausa estiva, Fear The Walking Dead, la serie americana targata AMC che racconta in modo parallelo le vicende della zombie apocalypse che hanno segnato il successo del suo fratello maggiore The Walking Dead. Tutto è ricominciato più o meno da dove avevamo lasciato, con il gruppo che si spacca e va alla ricerca di una sicurezza ormai introvabile oltre che a dei personaggi che sinceramente non mi convincono. Continuo a chiedermi perché in AMC abbiano sentito il bisogno di creare una serie satellite dai contenuti praticamente identici a quelli della serie principale. Ovviamente le ragioni sono economiche (fare soldi grazie ad un successo comprovato) ma da un punto di vista artistico rimane più di una perplessità. Avrebbero la possibilità di raccontare le cose diversamente, di sviluppare la trama in modo originale, ed invece ci troviamo davanti ad una brutta copia in tutto e per tutto. Ad ogni modo, se vi piacciono gli zombie, guardatela che male non vi farà.
È giunta invece alla puntata numero otto Suits, serie molto amata in tutto il mondo ed in particolare a casa nostra, già alla sua sesta stagione. Come nelle migliori tradizioni, abbiamo assistito a tre (buone) puntate di assestamento, quattro con l’identificazione di un cattivo e vari momenti in cui tutto sembrava perduto, e una – l’ottava, appunto – del vissero tutti felici e contenti, con Mike e Harvey, i due super-avvocati di New York protagonisti di questo legal-drama, che vincono la battaglia più difficile: far uscire Mike di prigione (ironia della sorte ci era finito proprio per non essere di fatto un avvocato).
Ci rimangono ancora un paio di episodi per completare la stagione e c’è da scommettere che verranno utilizzati dagli sceneggiatori per mettere in piedi il prossimo casino apparentemente irreparabile che i nostri eroi risolveranno nella già confermatissima stagione numero sette. Scommetto che questa volta ci andrà di mezzo Donna, la segretaria magica che non sbaglia mai un colpo e che, sinceramente, ha un po’ stancato con questa sua perfezione assoluta.
Dulcis in fundo, qualora non lo abbiate ancora notato, è uscita la seconda stagione di una serie Netflix che è già un cult: Narcos. Io la ho vista, ma per ora non vi racconto di più. Avete una settimana di tempo per guardarvi questi dieci nuovi episodi, perché la prossima settimana – su Spoiler Alert – parleremo di Pablo Escobar.
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