Statale violenta, pestaggi fra rossi e neri

Fascisti, compagni, presidi, azione, squadraccia, collettivo. Il meglio del peggio del vocabolario di un certo estremismo, a sinistra come a destra, è il risultato della mattinata di violenza che ha visto Milano tornare protagonista come negli anni di piombo. Già angustiata dall’insicurezza provocata dalla paura di rapinatori e clandestini, la metropoli lombarda viene inondata da una serie di atti prima e di slogan poi, che si auspicava fossero sepolti nel suo passato.
“I ‘fascisti’ ci hanno aggredito”, denunciano sui social gli studenti di sinistra della Statale; “I ‘compagni’ hanno aggredito uno dei nostri”, replicano sul proprio profilo i militanti del gruppo di destra di Lealtà e Azione.
La prima denuncia è arrivata da… sinistra: “Oggi, durante un volantinaggio in università che riguardava il convegno tenuto dal ministro Giannini sull’alternanza scuola-lavoro, un ragazzo del Collettivo Universitario è stato aggredito da un esponente di Lealtà e Azione, un gruppo neonazista a cui più volte, nonostante la loro pericolosità, sono stati concessi spazi in università. Abbiamo presidiato il chiostro centrale e comunicato con gli studenti, dopodiché si sono presentanti una trentina di hammer skin in università minacciando gli studenti fino ad entrare in biblioteca lanciando sedie e tirando pugni ad alcuni studenti che sembravano ‘di sinistra’”.
Quattro ore dopo la risposta di Lealtà e Azione su Facebook: “Il Fronte Universitario e Gruppo Alpha vogliono rendere nota la vile aggressione subita da un proprio militante ad opera dei soliti autoproclamati difensori della democrazia a cui non è piaciuta la nostra manifestazione in difesa del Ricordo dei martiri delle Foibe, dopo che l’Ateneo aveva deciso di non concederci l’aula. Forti di questo fatto e dell’impunità garantita dall’Ateneo, tali soggetti si sono sentiti in diritto di aggredire sia verbalmente che fisicamente un nostro militante. Diciamo basta alle menzogne di gente che predica contro la violenza, inneggiando alla libertà, ed è poi la prima a negare nei fatti ciò per cui dice di battersi. Il nostro ragazzo vigliaccamente aggredito da circa una ventina di facinorosi era a studiare nella biblioteca della sede di via Festa del Perdono, come qualsiasi studente universitario. Lui però ha un’idea politica diversa dalla loro e questo basta per scatenare un’aggressione. L’accaduto si è svolto davanti alla sala “Crociera”: l’aggredito è stato dapprima insultato e fatto oggetto di sputi; poi si è passati alle maniere forti con pugni e calci. Il nostro ragazzo è stato soccorso dal personale dell’Ateneo ed è dovuta intervenire la polizia per sedare gli animi”.
Sulla presunta ‘caccia all’uomo’ i militanti di destra respingono ogni accusa. La polizia ha fatto sapere che nessuna delle persone coinvolte ha avuto bisogno delle cure in ospedale e che, al momento, non ci sono denunce formali.
Dopo l’episodio in biblioteca un gruppo di studenti del Collettivo The Take ha improvvisato un breve corteo partendo da piazza Duomo, durante il quale hanno acceso alcuni fumogeni ed esposto uno striscione con la scritta “Fuori i fascisti picchiatori dalle università”.
Chi abbia ragione o abbia torto nei fatti della Statale sinceramente poco importa. Chi ha più di qualche primavera sulle spalle conosce fin troppo bene i metodi provocatori, diversivi e intimidatori di entrambi le parti, ma anche il ‘pensiero unico’ cui poi certa magistratura si è adeguata nell’abbassare il capo di fronte alla violenza mascherata da politica.
Fa però un certo senso e provoca sgomento una frase, riportata dalle agenzie, nella quale il grande filosofo italiano Julius Evola viene bollato come “teorico giustificazionista dell’Olocausto”.
Si torna insomma alla ‘bolla papale’, alla censura di potere, al dito puntato contro chi la pensi diversamente.
I fatti della Statale non meriterebbero menzione alcuna, a parte la dovuta solidarietà e assistenza (medica e d’indagine) a chi effettivamente ne sia rimasto colpito. Piuttosto necessita una riflessione su come certa strisciante e squallida agenda di dissesto politico sia riuscita a germinare il proprio virus all’interno di aule dove il primo (e forse unico) obiettivo dovrebbe essere quello di migliorare l’uomo e i propri ideali, senza distruggere quelli altrui.
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