Suits, Mr. Robot e la coerenza di USA Network

L’essere fedeli a sé stessi rappresenta, spesso, il segreto del proprio successo, ma a volte può essere la ragione principale di una sconfitta. Dovrebbero riflettere proprio su questo dalle parti di Hollywood ed, in particolare, in USA Network. Rete televisiva che distribuisce due serie amatissime dal pubblico di tutto il mondo e che hanno recentemente visto l’inizio di una nuova stagione: Suits (giunta alla numero sei) e Mr. Robot (alla numero due).
Suits, legal-drama ambientato a New York che vede per protagonisti Harvey Specter (Gabriel Macht) e Mike Ross (Patrick J. Adams), avvocati (o quasi) rampanti, invincibili e tremendamente cool, ci aveva lasciati con un finale della quinta stagione che definire “bomba” è riduttivo. Mike, che avvocato non è avendo falsificato il titolo di studio di Harvard, aveva deciso di costituirsi ed evitare che il procuratore Gibbs mandasse in galera tutto lo studio legale dove lavorava. La storia s’interrompeva proprio mentre Harvey, una sorta di fratello maggiore per Mike, accompagnava il proprio pupillo nella prigione dove passerà i prossimi due anni (almeno sulla carta).
I primi due episodi della sesta stagione di Suits hanno rispettato fedelmente il canovaccio delle precedenti cinque, con un Harvey che non ne sbaglia una e anche quando la sbaglia finisce per piacere a grandi e piccini (o meglio a femminucce e maschietti). Un Mike istintivo e incapace di reggere la pressione imposta dal carcere, alla costante ricerca di una figura paterna. E, soprattutto, con tutti i meravigliosi personaggi secondari della serie che aprono, vivono e chiudono mini vicende intrecciate che rendono la serie quasi sempre divertente ed interessante.
Non mancano anche i cliché a cui, negli anni, ci siamo abituati. Con Luis – socio di Harvey – che in un momento sembra essere il migliore amico di tutti ed un secondo dopo ne combina che nemmeno Giuda Iscariota. O con Donna – la super-segretaria che pare essere la cugina di wonder woman – capace di fare bene qualsiasi cosa le si chieda, oltre ad essere la cugina nord-americana di Afrodite.
Tutto fa parte del gioco. Suits è esattamente questo, nel bene e nel male. Alterna situazioni un poco scontate a colpi di scena a dir poco strabilianti. Guardatevi bene il primo episodio per capire di cosa sto parlando.
Mr. Robot, pluri-lodato ed idolatrato (anche da Spoiler Alert) TV-drama che racconta del giovane hacker sociofobico che risponde al nome di Elliot Alderson (Rami Malek). La prima stagione vide un escalation di tensione ansia, con il ragazzo – morfina dipendente e incapace di relazionarsi con la gente – che entra a far parte di una rete di pirati informatici che ha per obiettivo quello di distruggere la rete digitale che regge il mondo bancario, il potere politico, la società moderna. Nell’ultimo episodio il colpo di scena (o presunto tale) con Elliot che si rende conto che il padre con cui parla ogni giorno in realtà è morto ed è solamente una sua creazione mentale.
La nuova stagione inizia esattamente con la tensione al livello dove l’avevamo lasciata. Elliot parla ancora con l’immagine fasulla del padre, l’unica differenza è che è consapevole di essere pazzo ma la cosa non sembra aiutarlo molto. Specialmente quando immagina il padre che gli spara in testa.
Nel frattempo gli hackers di F-Society continuano nel loro tentativo di stravolgere il mondo che conosciamo passando dal puro crimine informatico alla vera e propria estorsione.
Una tensione ed un’angoscia che, sinceramente, prendono un po’ troppo spazio negli equilibri della storia e che non permettono alla trama di svilupparsi in un modo credibile. Almeno fino ad ora.
Insomma, in casa USA Network hanno preso la strada della coerenza, rimanendo fedeli alle ricette (entrambe vincenti) che fino ad ora gli hanno garantito premi e pubblico. Se nel caso di Suits la scelta pare essere vincente, con Mr. Robot qualche dubbio mi rimane.
In ogni caso, staremo davanti allo schermo a guardare entrambe le serie, perché sia Suits che Mr. Robot si sono guadagnate la nostra fiducia. Il tempo ci dirà se continueranno a meritarla oppure no.
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