T2 Trainspotting. Le due facce del sequel più atteso dell’anno

Dimenticati i fattacci della notte degli Oscar, torniamo a parlare dei film del momento. Come T2 Trainspotting, il seguito del film culto del 1996 diretto da Danny Boyle. Un sequel che, a detta di molti, nelle sale non ci sarebbe nemmeno dovuto arrivare. Come si spiegano, quindi, i buoni risultati al botteghino?
Sono andato a vedere T2 Trainspotting con lo spirito di chi si è goduto il primo film ed era impaziente di vedere quanto fossero invecchiati i protagonisti di quella storia fatta di amici, droga e tradimenti. Cinematograficamente parlando, invece, ero semplicemente curioso di vedere se i vari commenti negativi che ho letto in questi giorni erano giustificati o se si trattava di una semplice carenza di… spirito poetico.
La prima notizia che vi voglio dare è che, a me, T2 Trainspotting è piaciuto. La seconda è che, almeno per oggi, non potete affidarvi al mio giudizio. E ora, ovviamente, vi spiego perché.
Io sono nato nel 1978, per cui quando è uscito Trainspotting avevo circa 18 anni. Qualche anno in meno dei protagonisti del film, dato che Ewan McGregor ai tempi ne aveva 25. Inutile dire che le avventure di quei ragazzacci scozzesi, tanto matti quanto pericolosi, mi piacquero da morire. Scene come quella di Renton che durante un trip di eroina immagina di risalire dallo scarico di un water o quella di Begbie (Robert Carlyle) che lancia una pinta di birra in mezzo alla gente solo per poter scatenare una rissa, ti rimangono impresse nel cervello se le vedi in un determinato momento della tua vita. E’ proprio questo che mi ha permesso di godermi le due ore del secondo film.
In pratica ho rivisto attraverso gli occhi (e le rughe) dei suoi protagonisti i momenti più belli della pellicola di vent’anni fa. Un po’ perché i richiami ed i flashback sono davvero tanti, un po’ perché Renton (McGregor), Spud (Ewen Bremner) e Sick Boy (Jonny Lee Miller) sono davvero sempre gli stessi cretini, con l’aggravante che adesso sono uomini di mezza età. Un po’ differente invece Begbie che, a causa degli anni in più, sembra un po’ la caricatura di sé stesso. In pratica ho guardato lo schermo sorridendo malinconicamente per tutto il tempo.
Come sempre, quando ci si mettono di mezzo le emozioni l’obiettività viene meno. Ragion per cui il mio giudizio di oggi è un poco di parte. Sforzandomi di fare un’analisi più critica di questa pellicola, sono costretto a sottolineare come il copione sia praticamente inesistente. Una storia con dei buchi narrativi evidenti, dove quello che in un determinato momento sembra essere il motivo centrale del film – ovvero la creazione di una sauna-bordello al secondo piano del vecchio pub della zia di Simon – un istante dopo passa totalmente in secondo piano e perfino i protagonisti sembrano dimenticarsene. Le storie di questi ormai quasi cinquantenni amici di Edimburgo non stanno molto in piedi, a cominciare dalla relazione di odio ed amore tra Renton e Sick Boy (forse il più invecchiato dei tre). Guardando T2, sembra quasi che gli ultimi vent’anni siano passati senza lasciare un segno credibile nelle vite dei protagonisti. Abbastanza scontato (e pure un poco triste) il tentativo di far fare ancora la parte del cattivo al vecchio Begbie, un personaggio che cade addirittura nel ridicolo quando cerca di trascinare il figlio nel mondo del crimine. Il ruolo femminile è affidato ad una new entry: Veronika (Anjela Nedyalkova), la giovane fidanzata di Simon. Nonostante il copione scricchiolante, Anjela riesce a costruire il suo personaggio e finisce, probabilmente, per essere la sorpresa più piacevole di T2 Trainspotting.
La colonna sonora si conferma buonissima, con quel tocco vintage che non guasta mai. Bravo Danny Boyle, che già diresse il primo film e che con un budget stimato di “solo” 18 milioni di dollari è riuscito a produrre un film che, ancor prima di essere distribuito negli Stati Uniti, ne ha già incassati oltre 20. Uno, solamente in Italia durante il week end di apertura.
La sentenza: se avevate intorno ai vent’anni quando avete visto Trainspotting e lo avete apprezzato, sicuramente apprezzerete anche questo sequel. Se per qualsiasi ragione non vi era piaciuto il primo film o se incredibilmente non lo avete ancora visto, difficilmente potrete godervi T2 Trainspotting.
Potreste cercare di guardare quello del 1996 prima di andare a vedere quello del 2o17, ma non sarebbe comunque la stessa cosa. Trainspotting è un film che lascia dentro sensazioni che hanno bisogno di tempo per essere decifrate. T2 ha la capacità di risvegliarle quelle sensazioni, ma funziona solamente per chi ha avuto il tempo di processarle e digerirle per davvero nel corso degli anni. A voi la scelta.
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