Tempo di libri: flop sì, fallimento no

Tempo di Libri si chiude con quello che molti hanno definito un autentico flop. La fiera del libro ‘strappata’ (in parte) a Torino termina fra musi lunghi e diversi pensieri sulle scelte che dovranno portare alla seconda edizione, di cui non sono ancora state svelate le date, ma che si svolgerà ancora nella Primavera 2018.
I numeri, che qualcuno definisce addirittura ‘gonfiati’, non lasciano spazio a repliche: alla fiera rhodense sono passate 60.796 persone, cui se ne aggiungono altre 12.133 sparse nelle 100 sedi del Fuori Fiera. Il paragone con Torino è stridente: quasi la metà delle presenze, meno entusiasmo, meno editori, meno spazi concessi agli stand. Menostand, soprattutto.
Del resto, quando un editore minore pugliese mi chiamò per annunciarmi la sua presenza, rimasi sbalordito dalla scelta di portare l’evento a Rho e non nella più logica sede del Mico, quella che per i milanesi è sempre stata la sola sede della Fiera di Milano, quella più fruibile e facilmente raggiungibile. Pensai a un evento ‘macro’, proprio sullo stile del Lingotto di Torino, una fila di padiglioni carichi di novità, libri ed incontri di ogni genere. “Ci hanno dato i padiglioni 2 e 4”, la risposta sommessa, che non lasciava presagire nulla di buono… Due padiglioni appena per una fiera dal battage da finale di Champions League? Un evento lontano da Milano, a ridosso del ‘ponte’ del 25 aprile, a pochissime settimane dalla fiera bis di Torino, il dominio dei grandi editori rispetto alle piccole case editrici. Tanti i motivi di un flop che non per pietà non si osa definire’fallimento’, perché condannare senza appello una manifestazione alla sua prima edizione, il cui obiettivo è comunque quello di portare più gente a leggere libri, pare ingiusto.
Delle mie fugaci apparizioni a Tempo di Libri mi restano la lunga fila (per fortuna almeno qualcuna c’è stata) per Sophie Kinsella, il look da ‘dark lady’ di Tamara Deroma, i curiosi che, al padiglione della Basilicata, chiedevano informazioni su come raggiungere Matera manco si fosse alla Bit, l’eco dei miei passi e le voci raminghe dei sempre più tristi espositori. In ogni caso, per quanto deludente sia stato il risultato finale, non credo vada bocciato un evento che comunque può (e deve) portare vita e linfa alla cultura nazionale e cittadina. Rimandiamolo però, e invitiamo chi l’abbia organizzato a porsi qualche domanda sul prossimo. Forse, alla lunga, Milano potrebbe davvero sostituire la fiera del Lingotto. Forse.
Latest posts by Massimiliano Bordignon (see all)
- Lituania-Italia, due giorni per rafforzare i legami economici - 13 Marzo 2023
- Il Paese Ritrovato, un luogo di speranza per le demenze - 8 Marzo 2023
- BPCO ZERO WEEK, un evento dedicato ai pazienti - 24 Febbraio 2023
“Forse, alla lunga, Milano potrebbe davvero sostituire la fiera del Lingotto. Forse.” Forse, alla lunga, il Sole inizierà a ruotare attorno alla Terra. Forse