“Trame e tramini” – Immunità parlamentare: è tempo di rivederla?

I padri costituenti, correvano gli anni ’40, decisero che “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato” (Art. 47 della Costituzione Italiana).
Successivamente deliberarono pure che “Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza.” (secondo capoverso dell’Art. 48)
Le basi storiche sulla quale la Carta venne redatta imponevano scelte di questo tipo. L’Italia era un paese appena liberato, con una fortissima componente comunista che riceveva pressioni enormi dai paesi dell’Est. E se pure non ne avesse ricevute c’era una corrente, quella secchiana, che premeva dall’interno per una soluzione radicale, per una svolta rivoluzionaria a sinistra.
Rivoluzione non era una parola così rara sulla bocca delle persone. Quei due articoli garantivano una libertà di manovra ed una chiamata alla responsabilità. Rappresentare la Nazione era un dovere che avrebbe portato all’obbligo morale della conservazione della democrazia. E il non avere vincolo di mandato consentiva alle forze democratiche (all’epoca soprattutto la DC) di lavorare perché i parlamentari del PCI potessero diventare franchi tiratori.
L’immunità parlamentare, infine, metteva tutti al riparo (o per lo meno, dava quest’idea) da azioni repressive dell’una o dell’altra parte.
Quindi, storicamente, quei due articoli avevano un senso. E lo hanno avuto non solo in quella fase storica, ma lo hanno avuto per decenni. Lo slegamento dal vincolo di mandato, per esempio, ha consentito, secondo l’opinione di chi scrive, la nascita dell’eurocomunismo, ovvero un comunismo dal volto europeo, che tanto sconvolse il PCUS, ma che fu alla base dell’avvicinamento tra Moro e Berlinguer e che ebbe così tanta parte delle storia politica italiana della seconda metà degli anni ’70.
Ma chiamare alle proprie responsabilità qualcuno vuol dire che questo qualcuno deve essere capace di assumersele quelle responsabilità. L’idea di fondo è che la classe politica rappresenti veramente un élite culturale e morale del Paese Italia. La storia, specie quella recente, ci ha spiegato come questo sia un assunto rimasto spesso solo sulla carta.
Ecco quindi quello che succede. Succede che Prodi venga impallinato nel 2013 per 101 voti (101 voti!) di franchi tiratori del PD alle elezioni presidenziali. Succede che un giorno un tale di nome Angelino Alfano scinda Forza Italia e se ne fugga a sostenere un governo con un manipolo di sodali. Questo manipolo oggi al Senato conta (dopo la fusione con UDC) 36 senatori. 36 Senatori è lo stesso numero del Movimento 5stelle. A prescindere dalle opinioni politiche di ognuno, è manifesto come Movimento 5Stelle e NCD non siano minimamente paragonabili. L’uno contende al PD il primato della maggioranza relativa del paese, l’altro ha numeri da prefisso telefonico piemontese (quelli che cominciano con 01). Un dato di confronto è quello delle europee 2014 (5stelle 21,2%, NCD+UDC 4,3%).
Il movimento 5stelle è un’altra dimostrazione di cosa vuol dire la mancanza di un vincolo di mandato. Ad oggi sono 18 i deputati e 18 i senatori che, dalla sera alla mattina, hanno deciso di lasciare il movimento. E non, con coerenza, per tornare a fare quello che facevano prima. No, molto meglio approdare verso altri lidi, in special modo il gruppo misto, dove ognuno fa quello che vuole senza che nessuno possa metterci becco. Si giocano la prossima candidatura? Pazienza, si consoleranno col vitalizio.
Non solo. Il non vincolo di mandato ha consentito un’opera come quella di cui è accusato Berlusconi, ovvero compravendita di senatori. Uno in particolare, l’indimenticabile senatore De Gregorio, tanto per rimanere nella stratta attualità. La cui vicenda politica si confonde con quella giudiziaria. D’altra parte, che credibilità dare a un politico che passa da Di Pietro a Berlusconi? E’ come vedere un milanista piangere di gioia per un gol dell’Inter nel derby.
E dell’immunità parlamentare? E’ servita a far fuggire Toni Negri in Francia, dopo essere stato eletto coi radicali nel 1983, ma soprattutto ha consentito a decine di parlamentari di evadere, colludere, estorcere, delinquere. Non è il caso di ripetere pedissequamente quanto altri, ben più titolati (e talora interessati) ripetono di continuo. Tutti sappiamo e sentiamo cosa combinano lorsignori.
Siamo sicuri che anche questi articoli non possano essere toccati?
Andrea Salan
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