Tumore al colon, una persona su cinque: strategie e diagnosi

Tutti gli occhi puntati sulle più moderne tecniche mini-invasive per il trattamento dell’obesità patologica e della malattia da reflusso gastro-esofageo, ma pochi invece puntati sul cancro del colon.
Questo tipo di tumore si conferma il terzo più frequentemente diagnosticato (dopo quello al polmone e quello alla prostata), con un simposio sul futuro dello screening in cui verranno presentate le strategie allo studio per prevenirlo o diagnosticarlo precocemente.
Questi sono solo alcuni dei temi al centro di Endolive 2015, un appuntamento dedicato alle novità nell’ambito dell’endoscopia digestiva che si svolgerà a Roma dal 6 all’8 maggio, presso l’Auditorium dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
“Ancora oggi – spiega il professor Guido Costamagna, direttore dell’Unità operativa di Endoscopia digestiva chirurgica del Policlinico Universitario Gemelli- una persona su cinque a rischio di cancro del colon (perché risultato positivo al test del sangue occulto nelle feci) sceglie di non sottoporsi alla colonscopia, ritenendolo un esame fastidioso e, così facendo, corre il rischio di trascurare la presenza di polipi o veri e propri adenomi sulla parete dell’intestino che possono poi degenerare in neoplasia. Per quanto in Italia, a differenza di altri Paesi europei e degli Usa, siano operativi ottimi programmi di screening preventivo per questo tumore, molti casi di cancro al colon potrebbero essere evitati grazie a una colonscopia”.
L’esperienza italiana verrà confrontata con quelle straniere, grazie alla partecipazione all’evento di esperti internazionali.
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