Una gravidanza indesiderata è un danno, fatevene una ragione.

La notizia è molto diffusa: 15 anni fa in provincia di Alessandria è nata una bambina a causa di un errore medico. La bimba sta bene, i genitori anche, ma la causa all’ospedale è ancora aperta e si attende in questi giorni che la Cassazione si pronunci in merito alla richiesta di risarcimento per “danni psicofisici” ai genitori. Leggendo gli articoli che trattano la notizia, si trova una nota di biasimo diffusa per questa mamma e questo papà che non considerano la nascita della figlia un dono bensì un danno psicofisico. Giudizi più o meno velati, speranze che la bimba non venga mai a conoscenza della cosa, condanna più o meno esplicita dei genitori degeneri.
C’è un fatto che non torna in tutto questo: il rispetto per le scelte individuali che fine ha fatto?
Non è l’unico aspetto, ma prima facciamo un breve quadro della situazione.
Quindici anni fa marito e moglie scoprono casualmente di essere in attesa di un figlio, il secondo. La casualità è dovuta al fatto che la moglie sta effettuando una serie di accertamenti per un fibroma. La coppia, ultraquarantenne, ha un figlio disoccupato e vive dignitosamente grazie al lavoro da operaio del marito e l’impiego presso una ditta di pulizie della moglie. I medici in primis consigliano alla donna di non portare a termine la gravidanza a causa del fibroma e dell’età avanzata, almeno da un punto di vista ginecologico. Tutti d’accordo, quindi; si procede con il raschiamento e l’aborto. Alla ventunesima settimana di gravidanza, oltre il tempo limite concesso dalla legge per una interruzione di gravidanza, si scopre che l’operazione non è stata praticata correttamente, e la gravidanza prosegue tranquillamente. La bimba nasce, costringendo i genitori a delle scelte opposte a quelle fatte sino a quel momento. Non ci è dato sapere quali siano i rapporti famigliari in questo momento, sappiamo però che la madre ha dovuto rinunciare al lavoro portando la famiglia ad essere di fatto monoreddito, il padre si è dovuto licenziare per ottenere il denaro del tfr, ha dovuto chiedere più di un prestito e dovuto accettare un nuovo lavoro a centinaia di kilometri da casa. Trasferimento di tutta la famiglia e nuova vita.
Mi piace immaginare che comunque abbiano trovato un equilibrio anche nella nuova città, la nuova azienda, con uno stipendio in meno e una persona da mantenere in più; ma il fatto non è questo. Non ci riguarda. Quello che, a voler ben vedere, può riguardare noi è che dei liberi cittadini avevano scelto di vivere in un determinato modo; che non volevano avere altri figli; che non desideravano ribaltare le loro vite ad un’età in cui si comincia a pianificare la pensione, non le poppate e i cambi di pannolini. E che la loro libertà è stata violata dall’incapacità dei medici. Come mai ci risulta così difficile accettare le scelte altrui? In quanti hanno provato ad immedesimarsi nella situazione di queste due persone e chiedersi realmente cosa avrebbero fatto al loro posto?
In sostanza, come ci permettiamo di giudicare le scelte di persone che godono di diritti, esattamente come noi, solo perché non sono conformi alla tradizione imposta? Scoperta la notizia, è partita la caccia alla lacrimuccia facile: “la povera creatura” “chissà come vivrà quando lo scoprirà” “ci auguriamo che non sappia mai di essere stata definita un danno psicofisico”. Mi piacerebbe cadere nel facile tranello di chi vi parla di tutti i figli non desiderati che esistono, di tutti i figli maltrattati, dei figli nati per convenzione sociale che ignorano la sensazione di essere amati dai propri genitori. Tornerò a parlarvi di libertà di scelta, invece. Del rispetto delle scelte altrui. Queste persone non volevano figli, la moglie si è sottoposta ad un aborto, i medici hanno sbagliato l’operazione; questi i fatti. Se poi la ragazzina sia o meno la persona più amata del pianeta è indipendente da questi fatti: i medici hanno sbagliato comunque. La Cassazione deciderà se i genitori debbano avere o meno un ulteriore risarcimento (dopo averne già ottenuto uno subito dopo la nascita della bimba, ndr); noi potremmo smettere di pensare che i figli si fanno nascere a qualsiasi costo.
I figli devono nascere per ereditare una quantità d’amore infinito, in assenza del quale è molto meglio evitare. Secondo me.
Sabrina Antenucci
Twitter: @SabrinaAnte – Facebook: Sabrina Antenucci
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