Web radio: alcune si, altre no

Microfoni aperti entra nel vivo della sua rubrica trattando dell’utilità sociale che una web radio può avere, ma perché alcune sì e altre no?
È di dominio pubblico che purtroppo nel nostro paese negli ultimi anni le regioni del centro Italia sono state colpite da catastrofi naturali che hanno sconvolto la vita di tantissime persone (Reggio Emilia, L’Aquila, Amatrice), ma in questa situazione di disastro collettivo e nazionale uno dei primi spiragli di “normalità” che si è intravisto all’orizzonte (dopo gli aiuti umanitari, ovviamente) è stato la nascita di web radio locali.
Uno degli esempi più eclatanti è WEB RADIO 5.9, nata dopo il terremoto del 5 settembre 2012 a Reggio Emilia. Sulla pagina Facebook ufficiale della web radio si legge nelle informazioni :
Radio 5.9 nasce dopo il sisma del 2012, la vicenda che racconta la nascita della web radio è narrata da MTV Italia nella serie televisiva “Radio Emilia 5.9 – la mia vita dopo il terremoto” e ora… la storia continua!
L’iniziativa è a dir poco lodevole e ad Amatrice e a L’Aquila sono accadute situazioni simili, ma con esiti diversi.
Web Radio 5.9 rappresenta oggi un punto di riferimento nel panorama delle web radio italiane sia per portata Social (pagina certificata in Facebook), per serietà (da quando ha iniziato le trasmissioni è stato un continuo crescendo) sia per listene,r che sono aumentati costantemente e annualmente. Perché questo fenomeno sul web è riuscito ad esplodere?
Le ipotesi possono essere tante e credo anche tutte abbastanza veritiere. Guardando l’onorevole intento che è scritto nel sito ufficiale della radio nella sezione “LA NASCITA” si evince che il racconto della vita del territorio dopo la tragedia è lo spirito guida della radio.
Ad oggi la sede è all’interno di una nota catena di fitness con la quale hanno stretto un accordo e le voci di corridoio parlano di sponsorizzazioni e supporti economici pubblici e privati che hanno permesso loro di crescere velocemente e in maniera organizzata e strutturata. E a questo punto ci poniamo la domanda: è necessaria una tragedia per far sì che il mondo dei finanziamenti e delle sponsorizzazioni si accorgano dell’utilità delle web radio?
Il mondo della pubblicità nelle web radio è angusto e difficile, come abbiamo già descritto a Microfoni Aperti. Gestire una web radio, come abbiamo visto, se fatto ad un certo livello non è semplice, non è economico, ma soprattutto non può essere solo una passione. E una web radio può, anzi, deve, essere uno strumento di informazione e di cultura, oltre che di intrattenimento. Ma soprattutto è la giusta e normale evoluzione del web, strumento di per sé nato libero e alla portata di tutti. Pensare di dover imporre le logiche commerciali già usate nell’editoria tradizionale, che hanno portato l’Italia ad essere uno degli ultimi Paesi in termini di libertà d’informazione, anche nel mondo web significa soffocare sul nascere un’opportunità. Sarebbe il momento di dare un chiaro segnale di svolta, e aprire sponsorizzazioni e finanziamenti a tutte le web radio che dimostrano presenza, professionalità, passione e impegno. Senza la necessità di una tragedia.
Marco Racchella e Sabrina Antenucci
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