Westworld. Tutto è concesso ad HBO

La prima stagione di Westworld si avvia verso la conclusione. Vediamo insieme come stanno reagendo pubblico e critica a questa serie costata oltre 100 milioni di dollari.
Pensate che solo il pilota, il più costoso della storia della TV, è costato 25 milioni. Un conto che, sebbene diviso a metà tra HBO e Warner Bros, è pur sempre molto salato. Dopo aver dichiarato ufficialmente che Game of Thrones terminerà con la stagione numero otto, la pressione è tutta sulle spalle del colosso di New York che, per sfornare la prossima serie di culto, sembra proprio non voler badare troppo alle spese.
Ci avevano già provato con Vinyl che, nonostante un ottimo cast ed il coinvolgimento di Scorsese e Mick Jagger nel progetto, è stata cancellato dopo appena una stagione. Ci stanno provando nuovamente con Westworld dove un cast incredibile, una regia d’elite e dei set da togliere il fiato, stanno dando dei risultati decisamente migliori. Ma è davvero tutto oro quel che luccica? Vediamo di cosa si tratta.
Westworld è una serie ispirata ad un omonimo film del 1973, scritto e diretto da Michael Crichton (l’ideatore di Jurassic Park, mancato nel 2008). Tutto avviene all’interno di un parco di divertimenti futuristico dove dei robot con sembianze e comportamenti straordinariamente umani (gli “Hosts”), mettono in scena un remake del Far West per la gioia dei visitatori paganti (detti “Guest”). Un’esperienza straordinariamente reale, una vacanza per ricchi dove tutti possono essere e fare qualsiasi cosa vogliano, sparatorie ed omicidi compresi.
Il parco ed i robot sono frutto della mente ingegnosa del Dottor Ford, un Anthony Hopkins che mai avremmo pensato di veder recitare in una serie TV (potere di HBO) ma che indipendentemente dal format ci regala sempre momenti di arte purissima. Ad aiutare Ford nella gestione del parco troviamo Bernard Lowe (un bravissimo Jeffrey Wright) mentre tra gli Hosts spiccano la bella Dolores (Evan Rachel Wood), che lavora nel parco da 30 anni, Teddy (James Marsden) che sostanzialmente muore e rinasce ogni santo giorno, e Maeve (Thandie Newton), prostituta che gestisce il bordello della città e conosce tutto di tutti.
Un mondo parallelo che fa decisamente sognare. Sfido chiunque a non immaginare per un momento come sarebbe bella una vacanza simile. Un’esperienza per la quale non vengono date istruzioni, dove è l’ospite a fare qualsiasi cosa voglia, esplorando, decidendo, interagendo con le altre persone. Volete fare una rapina? Una notte brava al saloon? Un poker con qualche poco di buono? La caccia agli indiani? Tutto è concesso a Westworld e non vi potrà accadere niente di male perché, anche se vi sparano, non possono ferirvi. Solo voi potete ammazzare gli altri, o almeno questo è quello che vi sembrerà di fare quando mettete una pallottola nel corpo di uno di questi automi.
Però qualcosa non torna. Alcuni dei robot cominciano a manifestare comportamenti troppo distanti dal copione per cui sono stati programmati. Tutti hanno la possibilità d’improvvisare e di reagire agli eventi esterni, chiaramente, ma alcuni sembrano andare ben oltre. Come Dolores, che inizia a rivivere scene di vite passate attraverso gli occhi elettronici e cambia il suo comportamento così tanto da incuriosire il suo creatore Bernard che le permetterà segretamente di continuare in questa evoluzione, rapito dalla curiosità di poter vedere fino a dove quelle macchine si possano spingere. Lo stesso accadrà a Maeve che, si sveglierà una notte nella sala di manutenzione di quello che possiamo considerare il backstage di Westworld, con due scienziati che le stanno mettendo le mani nell’addome per sistemarla. Da quel giorno qualcosa cambierà per sempre ed anche lei inizierà ad avere allucinazioni tali da farle mettere in discussione ogni cosa ed ogni persona con cui interagisce.
Una menzione speciale per Ed Harris (giusto per confermare che stiamo parlando di un cast stellare) che interpreta un misterioso uomo vestito di nero, un visitatore – quindi un essere umano – affezionato del parco che ci ritorna da anni e che proprio grazie alla sua fedeltà ha il permesso di andare dove vuole, ammazzare chi vuole e comportarsi come meglio crede senza che nessuno gli dica nulla. E lui non si fa certo pregare, girovagando ed ammazzando chiunque gli dia qualche fastidio alla ricerca, questo è ciò che racconta, dell’uscita dal labirinto. Un personaggio tanto misterioso quanto interessante che Harris mette in scena con maestria assoluta.
Critica e pubblico sembrano essere d’accordo, questa volta: Westworld è una serie che merita tutta l’attenzione del caso, un investimento economico importante che però sta già portando i suoi frutti, non a caso lo scorso 14 Novembre, HBO ha confermato che ci sarà una seconda stagione. Lo show sta conquistando sempre più fans in tutto il mondo, basti pensare che nei soli Stati Uniti, ogni episodio vanta una media superiore ai 3 milioni di spettatori.
Vale sicuramente la pena di guardare Westworld, sebbene la trama risulti da subito piuttosto complicata. L’episodio pilota, per quanto affascinante, non spiega molto della vicenda (il secondo già permette di capire di più) e in ogni momento ci sono elementi che confondono e creano dubbi in chi guarda. Alcuni di questi contribuiscono ad alimentare il fascino della narrazione (come quello sulla vera identità dell’uomo vestito di nero) altri sembrano ingarbugliarla inutilmente pur lasciando spazio a qualsiasi tipo di evoluzione della trama. Il dubbio costante che accompagna la visione di ogni episodio è se quel determinato personaggio sia o meno un robot e, certamente, Jonathan Nolan e Lisa Joy (co-autori della storia) continueranno a giocare su questo aspetto per molto tempo. Pollici in su per la colonna sonora che, grazie ad alcuni remake in stile Far West di pezzi dei nostri giorni, vi strapperà sicuramente più di un sorriso.
Westworld va in onda su Sky Atlantic dallo scorso 10 Ottobre, con una settimana esatta di ritardo rispetto alla programmazione statunitense.
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