Wonder Woman e Baywatch? Film nati sotto una cattiva stella

Questo fine settimana escono nelle sale italiane Wonder Woman e Baywatch. Vediamo insieme se sono davvero da buttare nel cestino come suggeriscono le recensioni del pubblico su Rotten Tomatoes e Metacritic o se c’è qualcosa di buono da salvare.
Iniziamo da Baywatch. L’estate è ormai arrivata e siamo tutti in vena di spiaggia e costumi da bagno, ragioni sufficienti per concedergli la priorità. Fuori il dente, fuori il dolore: questo film mi ha divertito. Ora direte che è perchè sono un appassionato di cinema e riesco a trovare del buono pure in un documentario muto sulla vita del karibu, girato da un promettente regista polacco (ed è vero). Però vi chiedo di concedermi il beneficio del dubbio. O meglio, di andare a vederlo pensando al materiale da cui sono partiti: una serie TV che si basava su donne procaci in costume che corrono in slow motion. Il film non è altro che una sorta di mano di colore brillante applicata sopra lo stesso concetto e qualche volto noto che, si sa, garantisce sempre l’affluenza del pubblico.
Mitch viene interpretato da The Rock, Matt Brody da Zac Efron. Il film ruota attorno a questi due personaggi che, prima competono tra loro per decidere chi è il maschio Alfa dominante, e poi lavorano insieme per fermare un traffico di droga che passa proprio dalla loro spiaggia. La prima parte (maschio Alfa) è effettivamente divertente, la seconda è ridicola. Di un ridicolo programmato, forse, ma pur sempre difficile da guardare. Specialmente perchè oltre alla totale assenza di una trama degna di questo nome, si aggiungono effetti speciali (fuoco, esplosioni) davvero di bassa qualità. Di certo, chi andrà a vedere questo film non si aspetta certo di vedere Moonlight, e se entrerà in sala con il sorriso di chi sa che va a spegnere il cervello, potrà divertirsi (a tratti). Chiunque stia pensando di andare a vederlo per una ragione diversa si fermi ora che è ancora in tempo. In Baywatch non c’è nulla di più che meriti di essere visto e raccontato.
Forse dovremmo aprire un capitolo a parte sul fatto se sia opportuno o meno scomodare una vecchia serie degli anni novanta per creare un film spegni-cervello, ma finiremmo per andare fuori tema. Ve lo lascio come dubbio amletico su cui riflettere (o anche no).
E Wonder Woman? I più grandicelli ricorderanno la serie TV, con la protagonista avvolta in quel costume plastificato che faceva tanto anni ottanta, quella frusta che – invece – faceva tanto sadomaso ed il boccolo laccato che non si spostava nemmeno con una bomba a mano. Beh se vi aspettate di vedere quella Wonder Woman, vi sbagliate di grosso. Questa nuova versione del 2017 è decisamente più combattiva e convincente.
La verità è che aspettavamo da un pezzo un film di un supereroe DC che fosse davvero convincente. Wonder Woman è prima di tutto una storia di persone e poi di supereroi, e questo è senz’altro un punto in suo favore. La ragazza (bravissima Gal Gadot nell’interpretare questo ruolo) non nasce certo una combattente perfetta… certamente riceve tutti gli insegnamenti del caso ma sarà solo quando si cimenterà contro i nemici del mondo reale che imparerà ad essere una vera eroina. Il suo compagno d’avventura maschile è Chris Pine, bravissimo in Hell or High Water, che sicuramente lega bene con la protagonista. I due creano un’alchimia che va ben oltre il classico flirt. I due crescono insieme durante tutto il film, si fortificano e permettono al regista Patty Jenkins di giocare molto tra l’azione e l’intimità.
Gli aspetti meno riusciti sono – come spesso accade nei film sui supereroi – la caratterizzazione dei cattivi (deboli, prevedibili, poco credibili) e la durata della storia. Davvero troppi 156 minuti per un supereroe.
Sicuramente, gli appassionati del genere non si lasceranno scappare questo film e – a mio parere – fanno bene. Agli scettici consiglio di evitarne la visione. Sebbene stiamo parlando di un buon lavoro, contiene senza dubbio alcune pecche alle quali aggrapparsi. Ma non disperate, per voi è in arrivo la Mummia, la prossima settimana (se ve lo state chiedendo: sì. Sono sarcastico).
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